"Venite a me voi tutti che siete stanchi… io vi ristorerò” (Mt 11,28)
Può capitare di ritrovarsi con lo spirito affaticato, segnati da tensioni e preoccupazioni, e sentirsi bisognosi di essere raccolti da qualcuno in un clima di quiete e di riposo. Spesso la stanchezza nasce proprio dalla mancanza di silenzio nella nostra vita: questo è facilmente recuperabile cercando e vivendo dei momenti in cui isolarsi da tutto e da tutti.
Ma la solitudine può essere una condanna o una conquista: dipende da come la si vive. “La solitudine non è essere da solo, ma l’assenza di un significato”, amava dire don Luigi Giussani.
Infatti non è un rimanere soli con se stessi, bensì in compagnia di Dio e in ascolto della sua Parola. Quando si ha il coraggio di rimanere soli, di dimorare nel profondo della nostra anima, si arriva a toccare con mano che il silenzio è “pausa di tutti i rumori, di tutte le impressioni sensibili, di tutte le voci, che l’ambiente impone alla nostra ascoltazione, e che ci fa sordi, mentre ci riempie di echi, di immagini, di stimoli, che, volere o no, paralizzano la nostra libertà interiore, di pensare, di pregare” (San Paolo VI).
Nel “tempo di Dio” e nel nostro incontro con Lui, così potremmo definire gli esercizi serali che ti voglio proporre, sono fondamentali tre disposizioni del cuore che possono essere di grande aiuto: la serenità, la disponibilità e l’abbandono.
Serenità. La serenità è una grande ricchezza: fa vedere le cose come sono in realtà, predispone il cuore alla comprensione e al perdono, alla generosità, rasserena e dona gioia all’animo. Il Signore non tormenta le persone, non chiede o esige grandi cose. Egli desidera che noi, suoi figli, siamo sereni; si fa presente “nella voce del silenzio”; fa nascere in noi l’anelito di rimanere con Lui; ci attende per colmarci della sua grazia.
Disponibilità. E’ il Signore che compie i miracoli, ma si serve della nostra disponibilità a dare tutto, a non trattenere nulla di noi stessi: di questo il Signore ha bisogno per portare a compimento la sua opera. Il Signore riserva sempre qualche sorpresa che neppure si può immaginare. Possiamo avere una sola certezza: ci ama con un amore profondo e una tenerezza infinita. Noi non dobbiamo fare niente! Che bello! Sembra facile, e per alcuni aspetti anche comodo, ma è la cosa più sconvolgente.
Abbandono. Abbandonarci a Lui perché ci ama e ricerca il nostro bene più di quanto lo vogliamo noi stessi. Occorre davvero fidarci di Lui e lasciare da parte tutte le nostre preoccupazioni.
Restare col Signore e ascoltarlo, arrendersi a Lui, porsi sotto la sua guida, lasciarsi condurre per mano. Non c’è niente di più riposante che rimanere con la persona amata: il Signore ci ama e noi possiamo contraccambiare questo amore. La Parola sa riempire il silenzio e la solitudine.
Ecco cosa voglio proporre ai fedeli della Comunità Pastorale: una settimana, dal 7 al 12 Marzo alle ore 21.00, di esercizi serali predicati da don Stefano Perego
Ma cosa sono gli “esercizi spirituali serali”? A chi sono proposti?
Perché viverli, sentendosi chiamato in causa di persona?
Con il nome di “esercizi spirituali” s’intende ogni modo di esaminare la coscienza, di meditare, di contemplare, di pregare oralmente e mentalmente... perché come il passeggiare il camminare, il correre sono esercizi fisici, così si dicono esercizi spirituali ogni modo di preparare e disporre l’anima a togliere tutti gli affetti disordinati e, dopo averli tolti, a cercare e trovare la volontà di Dio nella disposizione della propria vita, per la salvezza della propria anima. (ES 1 prima nota).
Giova molto che chi fa gli Esercizi li intraprenda con coraggio e una grande apertura verso il suo Creatore mettendogli a disposizione tutta la propria volontà e libertà, in modo che la Divina Maestà possa disporre di lui e di quanto possiede secondo la sua santissima volontà
(ES 5 Quinta nota).
Ci viene in aiuto anche il Sinodo 47° che recita così: Gli esercizi spirituali sono uno strumento privilegiato per l’ascolto della Parola di Dio, teso alla revisione di vita e al rinnovo del dovere della testimonianza cristiana; siano proposti a tutti i fedeli, sia nella forma di tipo residenziale che in quella parrocchiale. (Sinodo 47° cost.n.46, 2b).
La comunità cristiana richiami pure con sollecitudine l’esigenza di utilizzare tempi forti di esercizi spirituali – e si preoccupi perché siano progettati e organizzati adeguatamente – per un approfondimento personale della fede, per una verifica della propria vocazione, per un discernimento più puntuale della propria responsabilità al fine di una rinnovata conversione della vita alla sequela di Cristo (cost.n. 380,7).
Sei pronto ad iniziare questa avventura?
Metti da parte stanchezza e pigrizia, ti ritroverai presto a ringraziare il Signore che ti ha dato il “coraggio” di fidarti nel donargli un po’ del tuo prezioso tempo.
don Mauro
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