AVVISI - 9 FEBBRAIO 2025
INFLUENCER
Chi è un influencer? E’ un personaggio che è in grado di influire sui comportamenti di un determinato pubblico. Nella società complessa di oggi, dove le opportunità di scelta sono innumerevoli, nasce l’esigenza di seguire una guida che indichi il prodotto migliore da acquistare o il luogo ideale per le vacanze: si suppone infatti che ne abbia fatto esperienza in prima persona.
Anche nella vita spirituale ci sono sempre state figure carismatiche che indicano la via, che sono di esempio. Il cristianesimo è ricchissimo di “influencer”. Sono i santi: anche di soli 15 anni, come ad esempio il nostro Carlo Acutis. Cristo non ci lascia soli, si fa a noi vicino, attuale, proprio attraverso la vita dei santi. Pensate a San Francesco: già i suoi contemporanei, quando lo incontravano, avevano l’impressione di incontrare non un uomo, ma Cristo stesso. Ed il giovane Caro Acutis amava in modo particolare Assisi, ne trascorreva le vacanze e lì chiese di essere seppellito. La vita di questo giovane milanese è reperibile su internet, come i video delle interviste alla mamma.
La principale eredità che Carlo ha lasciato è la coerenza di vita ai valori del Vangelo. Proprio per la sua capacità di condivisione con gli altri Carlo può essere definito un vero apostolo in tutti gli ambienti in cui è vissuto, e che sono quelli tipici di un adolescente: famiglia, scuola, sport, tempo libero, viaggi, giochi. In particolare Carlo indica ai giovani l’amore per l’Eucaristia. Dal momento della morte, la sua fama di santità non ha fatto altro che aumentare in Italia e in altri Continenti. In vista della sua beatificazione la commissione apposita ha presentato almeno due casi giudicati miracolosi: la guarigione di un bambino avvenuta il 13 ottobre 2023 in Brasile, scientificamente inspiegabile. E il caso della rapida e completa guarigione di una giovane del Costa Rica a seguito di un incidente stradale gravissimo, avvenuto a Firenze.
Mercoledì arriverà a Gallarate una reliquia di Carlo. I preadolescenti sono invitati venerdì sera ad una S. Messa in Basilica. Gli adolescenti domenica. Con anziani ed adulti andremo giovedì nel pomeriggio.
La prima confessione
Sabato 15 e 22 febbraio i bambini e le bambine di 4° elementare celebreranno la loro prima confessione. Quali ricordi abbiamo noi adulti di quell’evento, vissuto forse con un po’ di preoccupazione ? Cosa pensiamo di questo Sacramento ?
Oggi ci si confessa poco.
Si dice che è venuto meno il senso del peccato. Vero. La confessione nasce dall’incontrare chi ci vuole bene e che ci spinge a fare il bene. Nasce dalla consapevolezza di poter amare di più.
Ma spesso l’individualismo ci chiude nel faccio ciò che voglio: così la solitudine, l’assenza di maestri, l’assenza di limiti, di senso di responsabilità, ci rendono di pietra. Incapaci di chiedere e dare perdono.
O per molti il peccato è solo un episodio, un cedimento della libertà: “ Non sono riuscito in quella cosa, ma comunque ce la faccio da solo. Non ho bisogno di chiedere l’aiuto di Dio. Lui non c’entra con le mie scelte”. Pensiamo di essere autonomi, pensiamo che certe scelte non rovinano la nostra vita, o quella altrui.
La Giobia: e se la confessione o la preghiera diventassero il luogo dove raccontare i pesi del cuore? Anche i bambini amano essere ascoltati. Hanno pesi nel cuore. Dovremmo invitarli a fare disegni al cuore di Gesù. Lui aiuta. Lui consola.