Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
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Domenica 5 gennaio 2020

EPIFANIA, MANIFESTAZIONE DELL'AMORE!

D’impeto mi esce l’augurio comune “buon anno”, ma con cuore diverso, rinnovato dalle recenti feste natalizie, sapendo che Gesù è l’Emmanuele: cioè è “Dio con noi”. Questo il motivo della speranza cristiana: non abbiamo paura dunque ad affrontare il tempo, il futuro, le prossime stagioni della nostra Italia e della nostra Comunità pastorale.

Il cristiano non ha bisogno dunque di astrologi, o segni zodiacali favorevoli: ci basta sapere che Gesù è con noi, cammina al nostro fianco, si fa nostro compagno di viaggio. Ci siamo lasciati alle spalle un anno difficile, deludente sotto parecchi punti di vista, ma purificatore: la speranza cristiana si eleva sulle macerie dell’uomo, sulle grandi difficoltà economiche, sociali, ecclesiali e politiche.

Eccoci allora, a comprendere e valorizzare la Festa dell’Epifania, talvolta vissuta con grande nostalgia perché è conclusione di feste, belle da attendersi!

Questa festa allarga il senso del Natale: a Natale Gesù è venuto, all’Epifania è l’uomo che gli va incontro e lo riconosce per quello che è: un bambino che è pure Dio! Questo Gesù attira a sé, come punto nevralgico della storia e della fede, ogni uomo di qualunque razza, nazione e continente.

Gesù è contemporaneo ad ogni uomo e cittadino della storia di ogni popolo: Messia dei giudei e Salvatore delle genti.

L’Epifania è dunque la Festa della chiamata di ogni uomo alla fede, ad ognuno è offerto il dono della “stella” che lo conduce a Gesù. E’ bello che nella nostra Comunità si riscopra la “missionarietà” come parte costitutiva dello stare insieme e del camminare insieme, abbiamo bisogno di riscoprire e lasciarsi guidare dalla “Luce” della Verità e dalla gioia di sentirci ancora cristiani. Non accogliere e rifiutare questa caratteristica è l’imperdonabile negligenza che riscontriamo alla corte di Erode: le profezie parlano, la stella indica, i Magi arrivano: eppure non si muove né Erode né i suoi cortigiani.

Che ci siano nella nostra Comunità persone – e non poche – che parlino ancora di Gesù, che lo seguano, e che si aprono con slancio di generosità agli altri, non è forse questo un miracolo vivente se riusciamo ad aprire l’intelligenza della nostra fede? Non è forse anche questo un modo per affrontare il problema serio della nostra vita che è quello religioso, sul quale nessuno la può fare franca?

Un’umile donna anziana, mi confidava in questi giorni: “vivo in casa con la famiglia e il cagnolino di razza; la nuora rispettosa e freddamente educata, mai mi rivolge la parola, non un sorriso, un complimento; per il cagnolino invece tutte le attenzioni, cure, affetti; ma certo nella mia casa nessuno viene in Chiesa ad adorare e riconoscere Dio”.

Se non vogliamo che l’indurimento del cuore raggiunga i livelli di inumanità dobbiamo spalancare le porte a Cristo che con l’Epifania ci chiama a salvezza.

Mettiamoci dunque davanti al presepio e deponiamo riflessioni e propositi. Soltanto così, e con questo atteggiamento ci facciamo ancora una volta gli auguri di Buon Anno!

Con affetto rinnovato dalla grazia del Natale.

don Mauro

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