“Qualche giorno fa ho partecipato alla Messa con una mia amica: essa era orgogliosamente accompagnata dalla figlia con in braccio un bebè di due settimane di vita. Mentre osservavo la neo-mamma, mi sono emozionato nel vedere la tenerezza della giovane madre per il bebè. Ma a richiamare maggiormente la mia attenzione furono i suoi occhi: sembrava che l’accarezzassero più ancora delle sue mani. La bimba era profondamente addormentata, ma ogni tanto si muoveva per sistemarsi meglio, e quando trovava la posizione desiderata sorrideva felice, inconsciamente. Non ricordo di aver mai visto insieme tanto amore e tanta pace. Amore da parte della madre e pace che si rispecchiava nel sonno del bebè”. (Lily Naranjo)
Questa immagine illustra fedelmente l’atteggiamento che i credenti dovrebbero avere nei confronti del Signore.
“Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia” (Sal 131,2). Non sempre abbiamo questo atteggiamento di pieno abbandono. Quando il bambino cresce inizia a rivendicare la sua indipendenza e autosufficienza e poi si considera già abbastanza grande per non rifugiarsi più nella braccia di sua madre, vuole farne senza, per dimostrare la sua capacità. Tuttavia se cade e prende un colpo, o si sente solo e spaventato, corre di nuovo a ripararsi fra le braccia della mamma. Capita così anche a noi adulti.
Molte volte vogliamo camminare da soli e non ci lasciamo portare da Dio. Altre volte accondiscendiamo, ma protestiamo e battiamo i piedi lungo tutto il cammino, come i bambini, giacché non ci piace la strada su cui il Signore ha deciso di portarci. Quante angustie e dispiaceri potremmo evitarci se davvero riposassimo con fiducia nel Signore.
Dio stesso ci ha dato la miglior lezione di fiducia e di abbandono facendosi bambino e nascendo dalla Vergine Maria, Gesù come Dio ebbe mai bisogno delle braccia e delle cure di sua madre come tutti noi. Sarà che nella sua immensa sapienza ci volle insegnare in che cosa consista farsi vulnerabile?
Non c’è gesto che dimostri maggiormente la fiducia che addormentarsi nelle braccia di altri.
Ciò vuol dire al di là delle parole: “ho lasciato la vigilanza giacché so che da te non mi verrà mai del male”.
Nelle braccia del Signore possiamo riposare a nostro agio, come fa il bebè nelle braccia di sua madre.
don Mauro
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