TESTIMONI DI SPERANZA, IRRADIATORI DI GIOIA
Porto nel cuore la bellezza e la freschezza delle recenti feste pasquali come le ho vissute io e, come spero, la nostra Comunità pastorale. Queste celebrazioni (Triduo pasquale) hanno ancora una grandissima forza evocatrice capace di suscitare sentimenti, propositi, passioni interiori nella condivisione del mistero di Cristo. Certo il regista che muove tutti è Lui, Gesù che aveva già preannunciato: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. Sono proprio azioni umane e divine, Gesù vero Dio e vero uomo, ancora oggi, qui, adesso, per noi soffre, muore, risorge e dà alla sua Comunità la forza di ri-viverequeste vicende sottratte ormai al flusso della storia e perennemente efficaci per tutta l’umanità. E’ un dato: i riti di questi giorni appena trascorsi hanno un valore oggettivo, un’efficacia di fatto; ma bisogna pur aggiungere che anche la dignità, la decorosità, la solennità delle Celebrazioni ha il suo peso, la sua espressività. E questo deve essere un punto di strategia pastorale: tutto il nostro cammino quaresimale di adulti, giovani, anziani e ragazzi deve essere orientato proprio a questo: far capire, gustare e soprattutto far partecipare alle bellezza di questi riti. E quante persone vi concorrono: dai chierichetti, cantori, animatori, lettori, confessori, celebranti e ministranti. Un grazie doveroso a Tutti quanti hanno collaborato per la buona riuscita, testimoniando la bellezza che porta al coinvolgimento! Allora la “pastorale” ha una sua logica intrinseca: dai riti, alla vita; dalla vita ai riti. Il termometro di una vivacità parrocchiale lo si misura proprio da qui! Quando mai avremo vicino a Gesù tante persone come in questi giorni? Quando mai avremo una ricchezza propositiva di toni riguardanti il mistero della salvezza celebrato, proclamato, vissuto come in questi giorni? Allora la Settimana santa è un cardinedella nostra Comunità pastorale! Non saranno mai sufficienti gli sforzi che compiremo per rendere più partecipati questi giorni.
Confido davvero che queste priorità pastorali siano davvero capite e condivise da tutti i parrocchiani con qualunque impegno essi siano presenti nella Comunità. Con il grazie per quanti hanno mosso almeno un dito per la buona
riuscita di questi giorni di grazia, rinnovo l’augurio che la grazia pasqualesi conservi come gioioso ricordo nel nostro cammino. Ed ora? Qual è il nostro compito? Cosa ci aspetta? Ci attende l’impegno di irradiare attorno a noi, con gli atti semplici della vita quotidiana, senza forzature, la gioia interiore e la pace frutti della consolazione dello Spirito. Credere in Cristo morto e risorto per noi, significa essere testimoni di speranza con la parola e la vita. Coraggio! Insieme, da uomini e donne risorte!
don Mauro