Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
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Avvisi e calendario di domenica 27 dicembre 2015

CaritaIII GIORNO DELL’OTTAVA DI NATALE  - Giovanni, Apostolo ed Evangelista

 

Il mio augurio di Natale: anche se in casa c’è qualche regalo in meno ci sia possibilmente un po’ di amore in più!

Vivendo nella grande famiglia che è la Comunità Pastorale a volte, sono colpito negativamente da alcune situazioni di egoismo che vedo fortunatamente contrastate da tante situazioni di generosità.

Per stare bene l’uomo deve dare. Diceva Giovanni Battista: “Chi ha due vesti ne dia a chi non ne ha”.

Il primo verbo di un mondo nuovo è dare … donare.

In tutto il Vangelo, il verbo amare si traduce con il verbo donare: “non c’è amore più grande di chi dà la vita”; “Chi avrà dato un bicchiere d’acqua con amore avrà ricompensa”; “c’è più gioia nel dare che ricevere”.

Sant Agostino diceva: “Nella carità ogni povero è ricco, ma senza la carità ogni ricco è povero”.

Di Santa Caterina da Siena si legge che, quando era ancora ragazzina, faceva tante opere di carità. Avendo però una volta incontrato un povero, che le chiedeva qualcosa, era stata costretta a rispondergli: ”non ho niente”. Dopo si era accorta di avere una catenina al collo. L’ha strappata e gliel’ha data. Durante la notte le è apparso Gesù con una crocetta meravigliosa in mano,

tutta trapuntata di diamanti e di perle, e le ha detto: ”conosci questa crocetta?” No, ha risposto. “Questa è quella che tu mi hai dato ieri, in quel povero, ” ha aggiunto Gesù. La Santa aveva capito che ciò che si dà fiorisce; ciò che si tiene perisce.

Nelle sentenze di Gibran ho letto questo pensiero: “E’ bello quando ci chiedono, ma è meglio comprendere e dare quando nulla ci viene chiesto”. Sempre di Gibram è questa riflessione: “Se non siete capaci di lavorare con amore, ma solo con ripugnanza, è meglio che lasciate il vostro lavoro e vi sediate alla porta del tempio, per ricevere l’elemosina da coloro che lavorino con gioia. Se cuocete il pane con indifferenza, produrrete un pane amaro, che sfama gli uomini solo per metà. E se spremete l’uva con rancore, esso distillerà un veleno nel vino. E se cantate come Angeli, ma cantate senza amore, rendete le orecchie degli uomini insensibili alla voce del giorno e della notte!”.

La vita del cristiano è tale soltanto se generosa e gioiosa.

Finisco la mia chiacchierata con un aforisma medioevale: “I virtuosi camminano, i sapienti, corrono, solo gli innamorati volano!”.

Per fortuna nella nostra Comunità pastorale ci sono tanti cristiani così. Auguro che il Natale da poco trascorso sia occasione per tanta generosità, soprattutto verso i poveri.

Domenica 20 u.s. Avvenire riportava questa preghiera di Ernesto Oliviero, preghiamola insieme in questi giorni, facendola nostra. “Rinasci ancora Dio mio. Anche quest’anno testardamente speri che almeno un uomo, uno, apra il suo cuore. Rinasci ancora Dio mio sapendo che la croce testardamente ti accompagnerà. Continuo a guardarti stupito da questa immensità d’amore che è anche per me. Rinasci ancora Dio mio e io testardamente continuo a sperare di darti almeno una piccola grande consolazione”.

Ci aiuti questa preghiera a concludere bene questo 2015 e ad iniziare il nuovo anno con questa convinzione nel cuore: il Verbo incarnato è la risposta al profondo anelito dell’uomo; abbiamo bisogno d’imparare ad accogliere in noi la vita divina per divenire a nostra volta affamati di amore e di perdono.

don Mauro

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