IV DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE
Carissimi parrocchiani,
è la festa dell’oratorio: e su questa benemerita realtà il nostro sguardo affettuoso e le nostre premurose attenzioni. Vogliamo dedicare una giornata per far festa a un luogo dove si dedicano tempo, energie per educare alla e nella fede i nostri ragazzi, adolescenti e giovani.
Far festa è pure ricordare il senso delle cose che occupano calendari, interessi e affetti: e su questo non ci piove perché l’affetto di coloro che lo frequentano o l’hanno frequentato rimane inalterato per tutta la vita.”Anche da grande non si abbandonerà la via che si è percorsa da bambini” (Siracide).
Far festa in oratorio significa pure ricordare, non solo un luogo, ma pure uno stile , tipicamente cristiano: la gratuità dell’accoglienza. Questa è una virtù, una qualità che ti fa incontrare l’altro per quello che è, non per altre motivazioni ( perché è bello, simpatico, interessante …). Mi fa incontrare “una persona” nella sua ricchezza o povertà, non la snobba, ma la guarda come dono di Dio, chiunque egli sia.
Far festa in oratorio (e questo ci deve tanto stare a cuore!) è farsi carico di quelli che non ci sono, si sono allontanati, fanno fatica ad esserci.
Il dono del Vangelo che siamo chiamati a dare, non è una buona notizia riservata a pochi, ma l’ansia che Gesù sia conosciuto, amato, accolto … questa è proprio la preoccupazione degli educatori, allenatori, animatori … in una parola di tutti quelli che lo frequentano. Il dono del Vangelo va fatto: certo, la risposta non è poi di tutti; il gioco della libertà è davvero rischiosa!
Mi permetto di indicare qualche meta esemplificativa: verso dove siamo diretti?
Il futuro della fede della nostra Gallarate è qui, parte da qui: aiutarci a fare questo passaggio da una fede ricevuta per tradizione, ad una adesione libera e personale nella convinzione!
All’oratorio da sempre ho riservato un posto di affetto particolare; lo voglio esprimere e proclamare ora, anche da parte di tutti quanti con dedizione e amore se ne occupano. Vorrei proprio che tutta la Comunità riscoprisse l’importanza di questa istituzione: l’oratorio è infatti la “preoccupazione educativa” di tutta la Comunità parrocchiale: è il futuro, la possibilità concreta di continuare il cammino di Chiesa, è la nostra concreta fiducia, la nostra più vera speranza.
Tutte le nostre famiglie devono ritornare a credere al valore di questa istituzione!
E’ proprio il caso di ridircelo: si vince se si è uniti, cioè si è efficaci pedagogicamente se si è insieme con la testimonianza della presenza e della condivisione.
don Mauro