COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI
Stiamo vivendo due giornate cariche di emozioni, riflessioni per ogni credente: la solennità di tutti i Santi e la Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti.
Nella lucida visione della Chiesa sono due facce di un’unica medaglia, come due realtà complementari: i Santi sono quei defunti già arrivati al traguardo; i Defunti sono quei nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace.
Chi sono e cosa fanno i Santi per la nostra vita?
Intercedono per noi: cioè si interpongono tra la nostra debolezza e fragilità e la grandezza di Dio e ci aiutano a camminare verso di Lui. Sono modelli preziosi da guardare, imitare con lo stupore che si prova davanti a capolavori: come un diamante, il cui prisma cristallino si rifrange in molteplici colori. Sono i veri beati: questa parola ricorre ben 143 volte nella Bibbia; sono loro a dare il senso della vita che vale la pena sia vissuta in un certo modo. Chi riteniamo beati noi? Che cosa costituisce la vera beatitudine? “Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’ Agnello”.
Anche oggi viviamo la “ grande tribolazione”: da ogni parte ed in ogni senso, quella economica, giudiziaria, sociale, politica e perché no … quella ecclesiale.
Il giorno dei Santi è la fine dell’attesa, è il premio della nostra fedeltà all’amore di Gesù. Ambito e sperato! Lo sappiamo già che la santità non è un optional di piccoli, donne, anziani ma è la via comune che ogni battezzato è chiamato a percorrere. “Serviamo il Signore in Santità e giustizia al Suo cospetto per tutti i nostri giorni”.
Ma con quale stile, modalità ci è possibile? E’ subito detto ma non subito fatto: la fatica quotidiana dei piccoli si detti nell’amore e con amore, ma soprattutto quando costa.
Gesù, il Santo meglio riuscito, ancora è all’opera nella sua Chiesa per renderla non un maquillage, ma un volto di santa, bella, fresca, splendente armonia e giovinezza.
E’ dunque un pensiero davvero consolante i questi giorni bui e mesti dove fai fatica talora a trovare una bella notizia: non scoraggiamoci! Di persone buone, di Santi autentici ce ne sono ancora: basta aprire gli occhi e allargare il cuore.
E’ la nostra festa, facciamoci gli auguri; tendiamo alla santità: è ciò che davvero conta!!
Stiamo vivendo quello che comunemente si chiama il tempo dei morti. Per alcuni questo tempo si riduce ad una frettolosa visita al cimitero sulla tomba dei propri cari per lasciare un ricordo portando un fiore. Per la Chiesa il ricordo di tutti i defunti è invece una grande e solenne professione di fede nella vita eterna. Noi ricordiamo i nostri cari defunti perché li crediamo vivi nel Signore, li sappiamo con Lui nella sua casa, o sappiamo che hanno bisogno di passare attraverso la purificazione attraverso la gloria del paradiso.
Così il ricordo più bello e il bene più grande che possiamo fare ai nostri cari non è solo quello di adornare le loro tombe, ma quello di pregare per loro, di partecipare all’eucarestia, di fare la comunione ed ottenere a loro l’indulgenza plenaria.
Ecco perché la Chiesa estende il periodo dei morti per tutta l’ottava e ci propone di vivere questo tempo nella preghiera a suffragio dei nostri cari.
don Mauro