OTTAVA DEL NATALE NELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE
D’impeto mi esce l’augurio comune “Buon Anno”, ma con cuore diverso, rinnovato dalle recenti feste natalizie, sapendo che Gesù è l’Emmanuele, cioè il “Dio con noi”!
Questo è il motivo della speranza cristiana: non abbiamo paura ad affrontare il tempo, il futuro, le prossime stagioni della nostra Comunità Pastorale. Il cristiano non ha bisogno di ricorrere ad astrologi o segni zodiacali favorevoli: ci basta sapere che Gesù è con noi! Siamone contenti e ringraziamo di cuore il Signore che si è reso ancora Emmanuele per scrivere la storia di questa umanità. La nostra Chiesa in alcuni momenti era strabocchevole, devota, adorante, riconoscente per il grande dono del Padre che fa famiglia in questa umanità donandoci ciò che di più grande ha: il suo Figlio Unigenito nato dalla Vergine Maria.
Il cuore di un parroco-pastore, però, che non vuole essere mercenario, non si accontenta per quelli che sono venuti, per quelli che al richiamo di Gesù hanno detto sì, ma sente la mancanza di tutti quei figliuoli che al grande evento sono rimasti estranei, indifferenti: “Venne tra i suoi ma i suoi non l’hanno accolto”. (Gv. 1,11).
Mi sono capitati tra le mani in questi giorni due racconti che voglio proporvi a mo’ di sintesi delle feste celebrate.
“Un giorno dissero ad un anziano rabbino, che viveva semplicemente, custodendo un amore profondo per la Torà, nell’attesa sincera del Messia: ’Rabbì, dicono che il Messia sia già venuto, da almeno 2000 anni’. A questa notizia il rabbino non si scompose, si alzò lentamente dalla sua scrivania dove studiava costantemente la Parola, si accostò alla finestra del suo studio e guardò fuori, poi scosse il capo e ritornò deluso al suo posto, mormorando: ‘se il Messia fosse già venuto, il mondo sarebbe diverso’.“
Già, il mondo sarebbe, dovrebbe essere diverso, infatti che cosa è venuto a fare Gesù, il Figlio di Dio nel mondo? E’ venuto a portare l’amore, ma questo amore dov’è? Dove nel mondo regna l’amore quello vero, quello cristiano? Quello capace di donare e sacrificarsi? Quello capace di vedere i bisogni degli altri e di provvedere in modo concreto? E visto che siamo nel periodo natalizio voglio offrirvi anche il secondo racconto:
Il sufì Bayazid dice di se stesso: “Quando ero giovane ero un rivoluzionario e tutte le mie preghiere a Dio erano: “Signore, dammi forza di cambiare il mondo”. Quand’ero ormai vicino alla mezza età e mi resi conto che metà della mia vita era passata senza che avessi cambiato una sola anima, cambiai la preghiera in: “Signore dammi la grazia di cambiare tutti quelli che sono in contatto con me”. Solo la mia famiglia e i miei amici, e sarò contento. Ora che sono vecchio i miei giorni sono contati, comincio a capire quanto sono stato sciocco. La mia sola preghiera ora è “Signore, fammi la grazia di cambiare me stesso”. Se avessi pregato così per questo fin dall’inizio non avrei sprecato la mia vita.
Il nostro cuore soffre, perché, ancora oggi, dopo 2000 e più anni Gesù viene in un mondo di disordini, divisioni, dove ci sono persone che soffrono soprusi e dove ci sono persone che sono insensibili alla richiesta d’aiuto dei fratelli più poveri. Il nostro dono a Gesù sia quello di un cuore sempre più attento e sensibile alle sofferenze umane e capace di vincere ogni violenza e ogni prepotenza con la forza persuasiva dell’amore.
don Mauro