DOPO L’OTTAVA DEL NATALE
La solennità dell’Epifania (= manifestazione del Signore) presenta più di una ragione di festa: è festa per la chiamata alla fede dei Magi; è festa per la chiamata di tanti uomini o donne a riconoscere Gesù come Figlio di Dio; è festa per noi credenti che, per mezzo dei doni dei Magi: oro, incenso e mirra, riconosciamo Gesù come vero Dio e vero Uomo; è festa per i nostri bambini che, come è tradizione, almeno in alcune regioni, oggi sono fatti segno di maggior attenzione con regali e doni.
Due frasi di Gesù mi sovvengono, la prima: “sono più scaltri i figli delle tenebre che non i figli della luce … i figli della luce dormono”.
La seconda: “ i figli delle tenebre sono molto più scaltri dei figli della luce e corrono, si danno da fare, mentre noi … dormiamo”.
Sono molteplici le volte in cui noi cristiani “dormiamo”, eppure i Magi ci danno un grande insegnamento: non avere paura di parlare di Gesù con le persone che incontriamo. Per “parlare” non intendo solo la predicazione o la catechesi, ma soprattutto, la coerenza e la testimonianza delle nostre azioni davanti alle tante situazioni che la vita ci offre.
Si muove solo Erode! Visto che il popolo di Gerusalemme dormiva … si fa avanti la prepotenza di Erode.
Quando i buoni dormono o hanno paura … i prepotenti avanzano.
Don Bosco diceva: “ state attenti che la loro prepotenza è data dalla nostra non opposizione: noi tacciamo, noi non diciamo niente e loro fanno la voce grossa. Se, invece qualcuno controbatte, anche i prepotenti abbassano le arie”.
Dio si è fatto Bambino proprio per venire a noi disarmato: Dio si è fatto Bambino per non darci un’impressione di potenza o di sopruso. Il vecchio profeta Simeone riconosce il Bambino nel Tempio e … intravede subito il suo tragico destino e dice: “sarà segno di contraddizione e salvezza e rovina per molti”, Gesù, subito al suo presentarsi, si è mostrato come un “contestatore scomodo”: qualcuno che scombina la tranquillità.
Con la solennità dell’Epifania del Signore facciamo memoria della manifestazione del Signore a tutte le genti rappresentate da alcuni Magi che si mettono in cammino per cercare il re dei Giudei.
Quando i Magi, cercano e trovano il Messia-Bambino, aprono gli scrigni, gli offrono i loro doni e lo “adorano”. Cercare Dio significa conoscere Dio. Di fronte a quel piccolo Bambino – apparentemente uguale a tanti altri – i Magi hanno fatto il salto della fede e lo hanno adorato.
Quanti ancora oggi sono in cammino per incontrare il Signore! Pensiamo a tutti quelli che, nonostante la semplice, forse troppo semplice evidenzia, “la salvezza in un Bambino”, non la riescono ad accettare perché non vanno al di là della ragione.
Pensiamo a noi stessi che forse di frequente passiamo davanti alla grotta di Betlemme e non riusciamo a piegarci per adorarlo. Ci preoccupiamo di tante cose e non ci lasciamo coinvolgere dalla semplicità di quel Bambino, arriviamo alla meta e non ci fermiamo per gustare l’evento.
Con l’Epifania si concludono le lunghe feste natalizie; torneremo alla vita di tutti i giorni come i Magi sono tornati al loro paese … hanno visto, hanno adorato … certamente non sono rimasti uguali a prima.
Speriamo che le feste natalizie quest’anno non ci lascino così come quando sono iniziate … che per grazia di Dio e, per apertura nostra, questa Epifania possa essere vero incontro con Gesù, capace cioè di cambiare il cuore e la vita di ciascuno di noi.
don Mauro