Uno degli appuntamenti che ci attende, e che ci vedrà protagonisti è il rinnovarsi del Consiglio Pastorale della Comunità pastorale. E’ un’istituzione nata dopo il Concilio Vaticano II: è l’organo proposto nella vita parrocchiale allo studio accurato dei problemi e l’avvio al consiglio autorevole perché chi deve prendere la responsabilità della decisione avverta la presenza significativa dei laici che hanno maturato una seria riflessione. E questo non è poco: occorre dunque incominciare ogni volta con un gruppo rinnovato che ha espresso la sua disponibilità e che ha ricevuto il conforto dell’Assemblea parrocchiale e o del parroco che integra con alcuni nomi.
Anche se ormai è un avvenimento tradizionale, è pur sempre un momento davvero importante della nostra Comunità, cui è necessario prepararsi adeguatamente.
Suggerisco alcuni atteggiamenti dello spirito da coltivare in queste occasioni:
1. Interessarsi per sapere chi sono i candidati. Sono stati preparati due cartelloni affissi nelle due Parrocchie, perché tutti possano essere al corrente e prendano visione per il momento di partecipazione, attraverso il voto, a cui saremo invitati il prossimo 19 e 20 ottobre.
2. Superare l’atteggiamento di sfiducia e di stanca che può permeare l’animo di tanti bravi laici che camminano con passo spedito non tenendo conto del passo di quelli che invece faticano nella novità e nel momento partecipativo: magari affermando: “tanto non cambia niente!”.
3. Coltivare, con l’aiuto del Signore, un desiderio partecipativo, non rivendicativo: la Comunità ha bisogno del consiglio, della saggezza di tutti; toccherà poi al Responsabile della Comunità il ministero della sintesi, che non è far la quadratura del cerchio, ma convogliare in unità dinamica le diverse attese, secondo la reale possibilità ed esigenze della Comunità stessa.
4. Occorre anche più coraggio, che non è faccia tosta o sfacciataggine, ma umile offerta di sé quando viene richiesta, anteponendo il bene dei fratelli al proprio. Si tratta di capire che anche questo è un modo di costruire il Regno di Dio che non ha braccia, ma le tue; non ha piedi per progredire, ma i tuoi; non ha cuore per evidenziarsi, se non il tuo per donare passione e slancio a chi vive nonostante tutto nell'apatia e nella totale indifferenza.
Un’ultima parola agli amici che lasciano il Consiglio pastorale: qualunque possa essere stata la vostra esperienza nel Consiglio siatene ringraziati e vi prego di continuare nella vita della Comunità pastorale la vostra presenza responsabile; non vi è lecito oziare pastoralmente; il concetto di “pensione” non esiste nel vocabolario biblico, del resto “la carità di Cristo urge nei nostri cuori”.
don Mauro
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