Oggi concludendo l’Anno liturgico celebriamo la festa di Cristo Re, un re al contrario. Infatti in Giovanni 18,33-37 il Vangelo ci presenta Gesù davanti a Pilato mentre è sottoposto a un interrogativo e subisce un processo.
Il Signore è un re prigioniero, ma proprio in questo contesto, decisamente singolare, fa emergere le caratteristiche del suo Regno.
Il Regno di Gesù è un regno alternativo, dove non si combatte, perché non ci sono confini da difendere o persone contro cui fare guerra.
Il Regno di Gesù è un regno senza confini, che non si costruisce con le logiche del mondo.
Il Regno di Gesù è il regno della verità. E la verità non è una realtà astratta; è innanzitutto una “vita”, la vita di un uomo conforme alla volontà di Dio. La vita di un uomo è vera e autentica quando è donata, come ha fatto Gesù.
C’è una strada per vivere la verità ed è quella che ci è indicata nell'ultima frase con cui Gesù conclude il dialogo con Pilato: “Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. (Gv.18,37b).
La verità è, prima di tutto, capacità di ascoltare, perché noi siamo formati da ciò che ascoltiamo. L’ascolto ci definisce e dice che persone siamo, perché è dall’ascolto che nasce per noi la parola.
La verità è la capacità di ascoltare e, soprattutto, di mettersi in ascolto del Signore, della sua voce, cioè della sua Parola, dei segni attraverso i quali Lui si rende presente, degli altri attraverso i quali il Signore ci parla.
Il nostro re è un re “alternativo” che non comanda, ma ascolta; che non impone ma guida; che non spadroneggia, ma serve. E per questo che il Vangelo ce lo presenta non in un contesto di trionfo, ma nella scena di un dialogo nel quale esercita soltanto il potere di ascoltare e di dire una parola che rivela il suo stile di vita: la testimonianza della verità, una testimonianza che si alimenta di ascolto.
E’ il caso di abbandonare le logiche del potere – anche tra di noi – per ritrovarci in ascolto della voce del Signore e così capaci di dire una parola che abbia il gusto della verità e della vita.
Anche nella situazione del mondo di oggi la testimonianza della verità ci chiede un nuovo modo di pensare, che non si rifugi nelle logiche della prestazione e della forza, ma che sappia proporre una strada nuova. Oggi c’è bisogno di ascoltare quello che sta accadendo, di ascoltare non di gridare.
E’ questo il segno diverso che siamo chiamati a porre e dal quale siamo chiamati a ricominciare. Purtroppo, quella volta Gesù rimase solo e venne messo da parte… pochi ascoltarono la sua voce.
don Mauro
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