Siamo giunti all'ultima Domenica dell’Anno Liturgico, in cui si celebra la Solennità di Cristo Re dell’Universo.
Il Vangelo ci fa assistere all'ultimo atto della storia umana: il giudizio universale. Senza fede nel giudizio finale, tutto il mondo e la storia divengono incomprensibili, scandalosi.
Al visitatore che giunge in Piazza San Pietro, a Roma, il colonnato del Bernini appare, a prima vista, uno spettacolo abbastanza confuso. I quattro ordini di colonne che cingono la piazza si presentano “disparati”.
Ma si sa che c’è un punto, segnato in terra da un cerchio, nel quale bisogna collocarsi. Da quel punto di osservazione il colpo d’occhio cambia completamente. Appare una mirabile armonia; i quattro ordini di colonne si allineano come per incanto, quasi fossero una colonna sola. Miracolo della prospettiva. E’ un simbolo di ciò che avviene in quella piazza più grande che è il mondo. In esso tutto ci appare confuso, assurdo, frutto più di un capriccio del caso che di una provvidenza divina.
Bisogna collocarsi dal punto giusto per non smarrirsi e intravedere un ordine dietro il tutto, e questo punto giusto è il giudizio di Dio.
Come cambiano aspetto le vicende umane, viste da questa angolatura, anche quelle in atto nel mondo d’oggi!
Dio che regna in Cristo, è il giudice che siede sul trono della sua gloria ed esprime il suo giudizio definitivo con un criterio del tutto unico, la carità.
Il Regno di Dio non è dunque un regno dell’altro mondo, bensì la possibilità di vivere qui in terra “cose dell’altro mondo” grazie alla capacità di riconoscere Gesù nei poveri, negli affamati, nei prigionieri… Insomma, chi agisce prendendosi cura degli altri, agisce prendendosi cura di Dio stesso: ecco come si manifesta la presenza totalizzante di Dio nella nostra vita.
Il Regno di Dio, che non sarà mai distrutto, prende forma nella quotidianità più normale ed assume i contorni di un’umanità che si scopre ad agire proprio al modo di Dio; un’umanità frutto della risurrezione di Cristo, primizia dei risorti perché anche quelli sono di Cristo, quelli in cui regna Cristo, possano vivere una vita di risorti nella carità.
Celebrare la Solennità di Cristo Re dell’Universo è rivolgere lo sguardo al futuro pieno di speranza: nonostante tutte le difficoltà e il male che sembra regnare ancora nel mondo, noi affermiamo con fierezza che Cristo è già fin d’ora Re e che la sua sovranità su tutto l’universo apparirà con chiarezza alla fine dei tempi. Questa quindi è la conclusione dell’Anno Liturgico, ma è anche quella che noi crediamo essere la conclusione della storia del mondo, per questo il nostro cuore è pieno di speranza, perché sappiamo con certezza che sarà Cristo a regnare per sempre su di noi e su tutti gli uomini dell’universo intero.
Viviamo la gioia di questo giorno con sentimenti di gratitudine per tutti i doni di grazia che abbiamo ricevuto e apprestiamoci a ricominciare, come il Signore ci dona, un nuovo Anno Liturgico che riparte con Domenica prossima, prima domenica del nostro Avvento Ambrosiano.
Ci dedicheremo in modo speciale alla preghiera liturgica che vivremo con rinnovato impegno partecipando “da protagonisti” alla nostra Festa della “Rama di Pomm”.
don Mauro
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