PERCHÉ LE OMELIE SONO SPESSO NOIOSE
Lo scopo dell’omelia è quello di nutrire la fede, far capire e amare la Parola di Dio, tracciare vie sicure alla vita da svolgere alla luce del Vangelo, consolare e confortare il popolo fedele nel pellegrinaggio terreno.Ecco i tre elementi che in una omelia non dovrebbero mai mancare. Potremmo anche sintetizzare così: obiettivi dell’omelia è affrontare le pagine della Scrittura e spiegarne le implicazioni nella vita concreta. Si tratta di meditazioni intense, semplici, vibranti, appassionate e piene di stupore. Questo diventa possibile se non si smette di stupirsi davanti alla Parola di Dio: sacerdote e fedeli. Il fedele infatti, sollecitato dall’omelia, dovrebbe poi personalmente elaborare quello spunto o suggerimento che lo ha colpito e lavorarci sopra per poterne arrivare ad applicazioni per il suo vivere il quotidiano. Anche questo è un modo concreto per non essere spettatore nella celebrazione eucaristica ma attore-protagonista. L’Eucaristia, infatti, nasce per volontà di Gesù stesso e costituisce non solo un messaggio permanente della presenza di Gesù, né soltanto il nutrimento spirituale dei fedeli, ma la certezza che Gesù ci comunica di avere vinto il mondo e di attenderci tutti in un banchetto nel quale, come dice il Vangelo di Matteo, “molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli”. (Mt 8,11).
L’Eucaristia fa allora opera di memoria, ricordando il momento culminante della storia, cioè la risurrezione di Gesù; ma fa anche opera di speranza, perché questo Gesù misteriosamente presente nei segni sacramentali è colui che governa il mondo e lo dirige con invincibile forza verso il suo fine.
Ma ciò che l’Eucaristia rappresenta non è valido solo per i credenti. Essa segna per tutti gli uomini il cammino inesorabile verso la glorificazione di Cristo e la ricostituzione dell’Alleanza di Dio con l’umanità... e allora la messa che celebriamo ogni giorno ci conforta in questa visione e in questa speranza.
Contribuisca, anche l’omelia, a celebrarla e viverla così.
don Mauro
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