Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
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AVVISI - 7 MAGGIO 2023

PERCHÉ LE OMELIE SONO SPESSO NOIOSE

Lo scopo dell’omelia è quello di nutrire la fede, far capire e amare la Parola di Dio, tracciare vie sicure alla vita da svolgere alla luce del Vangelo, consolare e confortare il popolo fedele nel pellegrinaggio terreno.

Papa Francesco nella catechesi del 7 febbraio 2018 ha sottolineato come ascoltare la Parola di Dio: “con il cuore aperto” perché la Parola attende una risposta concreta nella vita di ciascuno. “Per far giungere il suo messaggio Cristo si serve anche della parola del sacerdote che, dopo il vangelo tiene l’omelia”. Ecco perché questo ministero deve essere “un reale servizio a tutti coloro che partecipano alla messa” con un’attenta preparazione, senza tenere un “discorso di circostanza, una catechesi, una conferenza o una lezione”. E ne indica anche un tempo preciso per la durata dell’omelia che non deve andare “oltre i dieci minuti”. Dunque un’omelia breve e ben preparata, messa a punto “con la preghiera e con lo studio della Parola di Dio”.

Se l’omelia è quanto papa Francesco ha sopra delineato, perché sono spesso noiose? Domanda che sento molto vicina e che mi interpella in prima persona. Perché spesso i preti non si preparano, oppure fanno lezioni o catechesi, ma l’omelia non è questo.  Le omelie sono spesso noiose perché non seguiamo Gesù.

Nel Vangelo di Luca c’è un’omelia di Gesù nella sinagoga: “Venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: ‘ Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore’. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: ‘Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato’”. ( Lc 4,16-21)

Da quanto ci insegna Gesù con questa sua predica,  nell’omelia ci devono sempre essere tre cose importanti:

  • sempre una buona notizia nella e per la vita;
  • la Parola di Dio ci viene incontro oggi, ci interroga oggi;
  • si è compiuta! La Parola è in relazione con Cristo. La Parola sentita si fa carne: Eucaristia.

Ecco i tre elementi che in una omelia non dovrebbero mai mancare. Potremmo anche sintetizzare così: obiettivi dell’omelia è affrontare le pagine della Scrittura e spiegarne le implicazioni nella vita concreta. Si tratta di meditazioni intense, semplici, vibranti, appassionate e piene di stupore.  Questo diventa possibile se non si smette di stupirsi davanti alla Parola di Dio: sacerdote e fedeli.  Il fedele infatti, sollecitato dall’omelia, dovrebbe poi personalmente elaborare quello spunto o suggerimento che lo ha colpito e lavorarci sopra per poterne arrivare ad applicazioni per il suo vivere il quotidiano. Anche questo è un modo concreto per non essere spettatore nella celebrazione eucaristica ma attore-protagonista. L’Eucaristia, infatti, nasce per volontà di Gesù stesso e costituisce non solo un messaggio permanente della presenza di Gesù, né soltanto il nutrimento spirituale dei fedeli, ma la certezza che Gesù ci comunica di avere vinto il mondo e di attenderci tutti in un banchetto nel quale, come dice il Vangelo di Matteo, “molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli”. (Mt 8,11).

L’Eucaristia fa allora opera di memoria, ricordando il momento culminante della storia, cioè la risurrezione di Gesù; ma fa anche opera di speranza, perché questo Gesù misteriosamente presente nei segni sacramentali è colui che governa il mondo e lo dirige con invincibile forza verso il suo fine.

Ma ciò che l’Eucaristia rappresenta non è valido solo per i credenti. Essa segna per tutti gli uomini il cammino inesorabile verso la glorificazione di Cristo e la ricostituzione dell’Alleanza di Dio con l’umanità... e allora la messa che celebriamo ogni giorno ci conforta in questa visione e in questa speranza.

Contribuisca, anche l’omelia, a celebrarla e viverla così.

don Mauro

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