A SCUOLA DEGLI INNAMORATI
“Ma voi li osservate gli innamorati? Se ne vanno allacciati per la strada; non vi è chi possa separarli. E ci danno tanta speranza, perché ci fanno comprendere che l’amore c’è. Ricordate la pagina di diario scritta da papa Giovanni XXIII quasi agli inizi del Vaticano II? Il Concilio che aveva voluto per rinnovare la Chiesa non andava per il meglio. Il pontefice era molto preoccupato e, dopo l’ennesima giornata di lavoro, non era riuscito a prendere sonno. Quella notte non aveva dormito per nulla, Poi, alle prime luci dell’alba, apre egli stesso le persiane dello studio che si affaccia su piazza S. Pietro. E’ deserta nella quiete mattutina. Poi vede spuntare una coppia di giovani, I due sono abbracciati: si capisce che si vogliono bene. ‘Da dove verranno e dove andranno a quest’ora del mattino?’, si chiede il papa. Ma conclude: ‘Non importa saperlo. E’ comunque un segno che l’amore c’è. Che Dio c’è. E comincia la giornata con grande vigore”. ( Tonino Bello, Parabole).
Anch’io li osservo, felice di vederli felici. E’ così che mi capita sempre a ogni nuovo per-corso per i fidanzati quando li incontro, quando li ascolto, quando narro loro ella straordinaria bellezza e forza di quel miracolo e mistero che è l’amore, che è la fede cristiana, che è il matrimonio cristiano. Li guardo e mi accorgo che quando si è innamorati, ci si mostra come si dovrebbe sempre essere; mi accorgo che quando ci si innamora, si nasce un’altra volta, si rinasce, come per una primavera del cuore, quando tutto si colora, quando tutto torna a essere bello e luminoso.
Un innamorato si fida, si abbandona. Va oltre la ragione. Scopre che nessuno è così libero come chi ama. Non teme il legame anzi, nel legame trova libertà. Ogni innamorato afferma con radicale umiltà di non bastare a se stesso. Non si arresta davanti all’impossibile. Crea, inventa, sorprende e si lascia sorprendere. Ed è felice, smisuratamente felice. Per tutto questo mi è tornata alla mente una frase: “Solo gli innamorati, gli eremiti e i folli pongono le questioni fondamentali”... perchè ti interpellano, ti stupiscono, ti “sfidano”, ti mostrano che si può essere felici! Non si sottraggono alle domande più brucianti, più inquietanti. Pensano con lucidità e radicalità. Non si accordano al così fan tutti, al così pensano tutti. Non rischiano l’omologazione. Non temono il coraggio della domanda, il coraggio di pensare, di essere liberi. Appassionati e temerari . Sanno vedere oltre, sperare oltre. Non si fermano al possibile. Non temono di sognare in grande. Hanno occhi di gufo e di aquila.
Trovo fra queste persone una a me, e non solo a me, carissima, straordinaria, uno splendido dono di Dio: papa Francesco. Anche lui è un innamorato! Lo si sente nella forza delle sue parole, lo si vede nella semplicità e nella tenerezza dei suoi gesti, lo si coglie nei cambiamenti a cui invita tutta la Chiesa, volendo far risuonare il Vangelo. E’ un innamorato di Dio e degli uomini. E per la forza e la gioia di questo amore è capace di grandi trasformazioni.
La sua Esortazione apostolica “Amoris Laetitia” è davvero un testo rivoluzionario che segna l’archiviazione di una pastorale limitata ai divieti e agli obblighi, in cui si prende le distanze da legalismi lontani anni luce dalla realtà per dare spazio alla persona, alla coscienza, alla misericordia, all’accompagnamento, al discernimento pastorale.
Finalmente! In questo suo testo non teme di andare alle radici dell’amore e chiede a tutti di verificare e confrontare il proprio modo di amare con quello scritto da Paolo nella 1^ lettera ai Corinti, che qui vi trascrivo nella traduzione interconfessionale in lingua corrente: “Chi ama è paziente e generoso. Chi ama non è invidioso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio. Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera, dimentica i torti. Chi ama non gode dell’ingiustizia, la verità è la sua gioia. Chi ama tutto scusa, di tutto ha fiducia, tutto sopporta, mai perde la speranza. L’amore non tramonta mai”. ( 1 Corinti 13,4-8).
Papa Francesco restituisce a chi lo incontra e a chi lo ascolta con libertà di cuore tutta la bellezza del Vangelo, e tutta la gioia del credere. Restituisce una immagine di Chiesa che sa accompagnare tutti con la stessa misericordia e la stessa tenerezza di Dio Padre.
Lasciamo contagiare!
don Mauro