Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
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AVVISI - 24 APRILE 2022

I REGALI DELLA PASQUA

Capita sempre di primavera, la Pasqua.
Ti sembra che l’inverno non debba mai finire e invece tutto si risveglia, riprende a vivere, a fiorire, tutto riprende colore, luce, calore. Capita sempre di primavera, la Pasqua, ma quella che ci regala la Pasqua è una primavera che non cede più il passo all’inverno.
Pasqua è quella promessa che abbiamo in dono che scuote le fondamenta della storia, della nostra storia e che insieme è capace di trasfigurare, di sovvertire il presente.
Perché Pasqua è la storia di un uomo, di un crocifisso risorto, di un Dio dell’impossibile e dell’incredibile...
Tutta la nostra fede e la nostra speranza si aggrappano a quest’uomo crocifisso risorto che si fa incontro di nuovo ai suoi discepoli in quello splendido, indimenticabile, insuperabile mattino di Pasqua di venti secoli fa. E che si fa incontro anche a noi oggi, sempre nuovamente, offrendoci tutto di lui, offrendoci l’audace speranza di una vita che non sarà sconfitta dalla morte e la certezza che l’amore è l’unico vero nemico della morte, l’unico a resisterle, l’unico a vincerla.
Eppure, come qualcuno ha scritto, molti cristiani vivono la loro fede in ritardo di tre giorni. Sono rimasti fermi, inchiodati al Venerdì Santo...
Per questo prego, per me e per ciascuno di voi, perché siano vere le parole dell’emerito Papa Benedetto XVI che ha scritto: “La Risurrezione ci ha raggiunti ed afferrati. Al Signore risorto ci aggrappiamo e sappiamo che Lui ci tiene saldamente anche quando le nostre mani si indeboliscono. Ci aggrappiamo alla sua mano e così teniamo le mani anche gli uni degli altri”. Capita sempre di primavera, la Pasqua: perché la primavera ha profumo di miracoli...
Un verso famosissimo del poeta Pablo Neruda recita così: “Voglio fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi”. E’ il miracolo dell’amore che tutto fa rinascere, che tutto trasfigura, che tutto solleva, che tutto fa guardare con occhi nuovi. E’ il regalo dell’amore.
Sogno che la Pasqua sia per me e per voi questo miracolo, questo regalo inaudito. Lì, ai piedi di questa croce, ai piedi del crocifisso deponiamo tutto il male che ci afferra, tutto il dolore che ci trapassa, tutta la paura che ci pietrifica, tutte le domande che ci assediano, tutte le parole che rimangono inespresse, tutte re risposte che vorremmo. Lì deponiamo la nostra disperazione e il nostro turbamento, la nostra fede e la nostra speranza.
E proprio lì, con il nostro sguardo fisso negli occhi del nostro Dio morente possiamo trovare inimmaginabile forza, possiamo sentirci abbracciati. Scriveva Madre Teresa di Calcutta: “Fissate attentamente la croce. Gesù ha il capo chino: per baciarci. E poi ha una piaga aperta, grande, proprio nel cuore. E’ così ampia perché vi possiamo entrare senza paura. Il suo cuore è sempre aperto perché vi possiamo entrare e scoprire il suo amore per noi”.
È un abbraccio che chiama e chiede altri abbracci.
Perché le nostre ferite possono essere delle feritoie, delle fessure che permettono al nostro io migliore, quello sognato da Dio, di uscire allo scoperto.
Perché chi sperimenta il mistero più grande e delicato, il mistero del dolore, si fa vulnerabile e non può che desiderare il bene per tutti. Il pianto non lascia tranquilli... che in questa Pasqua e ogni giorno il pianto di chi ci circonda non ci lasci tranquilli e, se posso dirlo, non lasci tranquillo il nostro Dio e che il pianto del nostro Dio in croce non ci lasci tranquilli...
Tutto può sempre ricominciare, si può sempre risorgere, possiamo davvero lasciarci illuminare e trasfigurare dall’incredibile annuncio della resurrezione di Gesù, il mondo può essere illuminato e trasfigurato. Perché se lasciamo penetrare nell’intimo del nostro cuore questo annuncio, il nostro vivere quotidiano, la nostra capacità di amare ne saranno plasmati.
E se la Pasqua sembra essere un paradosso, allora può essere testimoniata e narrata solo da vite “paradossali”, da uomini e donne con il mattino di Pasqua nel cuore, con il calore, la forza e la concretezza della speranza addosso, per sé e per tutti.
Che il Signore ci liberi da questa terribile trappola, dall’essere cristiani senza speranza, che vivono come se il Signore non fosse risorto e il centro della vita fossero i nostri problemi.

don Mauro

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