HA PASSIONE CHI CAMMINA E NON STA FERMO!
La storia la conosciamo (Lc 24,13-35). Racconta di due discepoli in cammino verso Emmaus; sono delusi, amareggiati e molto tristi. Tutto sembra perso per sempre.
Ciò in cui credevano, forse svanito come un sogno.
Intanto, però, camminano e dialogano, ripensando agli eventi di cui sono stati testimoni: cattura, condanna e crocifissione di Gesù. In questo loro procedere, incrociano un viandante che si accosta a loro e inizia a porre domande, fino ad offrirgli ospitalità e a riconoscere in lui il Risorto nel gesto dello “spezzare il pane”. Da lì si rimettono in movimento fino a Gerusalemme per annunciare ciò che è accaduto.
Quei due discepoli, ad oggi sconosciuti, ci consegnano una sorte di identikit ideale del missionario. Sono quelle caratteristiche che vanno oltre la contemporaneità del momento storico, perché hanno un valore universale, oltre i limiti del tempo. Ed eccole: il cammino esteriore e interiore, il dialogo, l’accoglienza e l’ospitalità, la condivisione del Pane, la passione che si traduce nuovamente in cammino e in annuncio.
Il cammino e la strada: ci riportano nella vitalità della storia.
Camminare significa vivere e collocarsi in una dimensione ben precisa. C’è poi li dialogo, elemento essenziale perché la comunicazione sia tale ed efficace. La scansione continua con l’accoglienza e l’ospitalità, la condivisione del Pane. Vale la pena rileggere quanto Papa Francesco scrive nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium:
“La Chiesa ‘in uscita’ è la comunità dei discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano” (24). Per descrivere lo “stile” della Chiesa, il Santo Padre ricorre a cinque verbi, molto importanti, che disegnano un movimento il cui apice è il fare festa.
Dai volti sconosciuti dei discepoli di Emmaus emerge, con evidenza, la passione per la condivisione di quanto vissuto.
In una società in cui ci si appassiona per le futilità, la loro storia diventa testimonianza di vita. Ha passione chi sa di appartenere, chi ha forti ideali, chi non vive di rimandi, ma sa fare memoria del passato, vive il presente e guarda al futuro.
Ha passione chi cammina e non sta fermo.
La passione è movimento, crea cambiamento e genera processi e stili di vita.
Su questo ci invita a riflettere, ancora una volta, Papa Francesco, quando ricorda che “il vero missionario, che non smette mai di essere discepolo, sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, respira con lui, lavora con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario. Se uno non lo scopre presente nel cuore stesso dell’impresa missionaria, presto perde l’entusiasmo e smette di essere sicuro di ciò che trasmette, gli manca la forza e la passione. E una persona che non è convinta, entusiasta, sicura, innamorata, non convince nessuno”. (Evangelii Gaudium, 266).
Passione ed entusiasmo da vivere e, soprattutto, da donare!
Dei due di Emmaus non sappiamo altro, probabilmente dopo l’incontro con il Risorto e il ritorno a Gerusalemme, si saranno rimessi nuovamente in cammino e avranno ancora una volta portato l’annuncio. Nei loro volti e nella loro passione vedo i volti di e la passione di tanti cristiani impegnati a dare testimonianza che il Signore è qui con noi oggi.
Intendiamo farci “missionari”, portatori della Buona Notizia, convinti che questa rimane la Parola da dare alle attese e alle domande di vita delle donne e degli uomini di oggi.
don Mauro