Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
Parrocchia Santuario Madonna in Campagna, Viale Milano 38 . Piazzale don Luigi Cassani, GALLARATE, VA
Parrocchia Santi Nazaro e Celso – Arnate, Piazza L.Zaro 2 – Via San Nazaro 4, GALLARATE, VA

AVVISI - 21 APRILE 2024

UNA NUOVA SEDUCENTE AVVENTURA

Mi faccio avvolgere e sospingere da un augurio che mi è molto caro e che mi ha sempre accompagnato:  “Da prete-parroco sii sempre una favola per i bambini, un sogno per gli adolescenti, una inquietudine per i giovani, un fratello per gli adulti, una carezza per gli anziani, un elisir per gli ammalati”.

Voi proibitemi di essere un parroco clericale, un “funzionario”, aiutatemi ad essere un parroco-pastore, ministro della gioia e della eccedenza evangelica.

Sarà bello, sacerdoti e laici, pensare e progettare insieme, arrivare a scelte pastorali condivise e incisive, costruire luoghi di discernimento comunitario. Affermava l’Arcivescovo Paolo Rabitti, allora presidente della Commissione Episcopale per il laicato: “Cosa si chiede ai laici per la vita della Chiesa? Si chiede tutto! E che nessuno si senta più estraneo, ospite, mero fruitore della Chiesa, bensì suo ‘socio costruttore’. Un’inconscia diffusa psicologia nel corpo ecclesiale ha ingenerato l’idea errata che i sacerdoti siano i ‘gestori’ della Chiesa e i laici i ‘clienti’; i sacerdoti i responsabili, i laici i ‘delegati’. Mentre invece la Chiesa è di tutti, costituita da tutti, costruita da tutti.

Insieme daremo vita alla Chiesa dei volti, una Chiesa che non possiede facili risposte ma che si lascia “inquietare” dalle domande. Come ha detto magnificamente bene il vescovo francese mons. Albert Rouet: “Mi piacerebbe una Chiesa che osi mostrare la sua fragilità. Nel Vangelo non si nasconde che il Cristo ha avuto fame e che è stato stanco. Talvolta la Chiesa dà invece l’impressione di non aver bisogno di nulla e sembra che gli uomini non abbiano niente da darle. Vorrei una Chiesa che si mette ad altezza d’uomo senza nascondere che è fragile, che non sa tutto e che anche lei si pone delle domande”.

Sogno una Chiesa che viva all’ombra e viva al sole; all’ombra della Parola di Dio, al sole dell’Eucaristia.

“Senza la domenica non possiamo vivere”, dicevano i primi cristiani. Questa affermazione, questo “urlo”, questo “segreto” arrivi fino a noi con tutta la sua freschezza e la sua potenza, la sua gioia e il suo splendore.

Sogno cristiani “gelosi” dell’Eucaristia domenicale che si accostano all’Eucarestia, alla Messa, come ci si accosta all’amore... in punta di piedi, irresistibilmente attratti dall’invito e dalle promesse della Pasqua di Gesù.

Saremo chiamati ancora una volta a “sconfinare” ad andare oltre i confini delle vecchie parrocchie. E se è vero che i confini sembrano proteggere dall’inatteso e dall’imprevedibile, sembrano promettere sicurezza, sono sempre più convinto che solo chi “sconfina” vede meglio e sa far germogliare il nuovo dentro e fuori di sé. Per questo mi sento profondamente in sintonia con quanto afferma lo scrittore G. B. Shaw: “Ci sono alcuni che, vedendo le cose come sono, si domandano: perché? Io sogno cose che non ci sono mai state e mi domando: perché no?

In questa seducente avventura affidiamoci a Maria, donna audace che si è affidata perdutamente del Dio dell’impossibile. A Lei chiedo di saper essere un parroco dagli “occhi di gufo”... I gufi hanno occhi enormi, smisurati, occhi da icone! Molto prima di me hanno affascinato i Bizantini. Con loro gli occhi dei gufi sono diventati gli occhi di Dio... Da loro dobbiamo imparare ad avere occhi profondi, che vedono dentro e oltre, occhi che vedono nella notte, oltre il buio, che sanno vedere l’alba dentro un tramonto, che sognano l’alba. Occhi di speranza.

A Maria chiedo di saper vivere e mostrare che è possibile e insieme splendido amare Dio con cuore di carne e amare la carne con cuore di Dio.

don Mauro

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