Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
Parrocchia Santuario Madonna in Campagna, Viale Milano 38 . Piazzale don Luigi Cassani, GALLARATE, VA
Parrocchia Santi Nazaro e Celso – Arnate, Piazza L.Zaro 2 – Via San Nazaro 4, GALLARATE, VA

AVVISI - 16 GIUGNO 2024

PRETE FELICE DA 45 ANNI

16 Giugno 1979 – 16 Giugno 2024: sono prete, prete felice da quarantacinque anni! Sono stati “quarantacinque anni arcobaleno”.  Come l’arcobaleno narrato dalla Genesi, segno posto da Dio nel cielo a memoria della sua alleanza con ogni uomo. È un’alleanza, un rapporto, un amore che sento molto forte, che sento ancora freschissimo e tenerissimo come nei miei primi passi da prete e ancor prima da giovane seminarista. Sentirmi amato, straamato da Dio, plasmato dalla sua tenerezza, è l’esperienza che mi accompagna straordinariamente e potentemente ogni giorno della mia vita. Lui ama me ... io cerco di amare Lui ... mi lascio amare da Lui e il mio cuore è “occupato” da questa dolcissima appartenenza, È l’esperienza che mi strappa ogni velo di malinconia, che mi dà una carica speciale ogni giorno, anche in quelli raggiunti dall’onda della tristezza e del dolore. Sento per questo di poter dire: “Mia forza e mio canto è il Signore”, il mio Signore, il Signore della danza, il Signore della croce e del mattino di Pasqua, il Signore della gioia, della speranza, della misericordia, del perdono, della fraternità, del centuplo quaggiù ...

“Quarantacinque anni arcobaleno” proprio come un insieme di splendidi colori che hanno segnato, attraversato, fatto fiorire e rifiorire molteplici esperienze, così diverse tra loro, vissute nelle varie parrocchie dove sono stato, nelle scuole dove ho insegnato, ma soprattutto nei volti che ho incontrato, nei momenti della gioia, del dolore, della scelta, della fede, del dubbio, dell’incredulità ... volti e cuori a cui mi sono fatto vicino perché un sorriso lo puoi vedere da lontano ma le lacrime sono trasparenti e le puoi vedere solo in un’intima vicinanza ... È un arcobaleno di volti che riempie la mia vita di prete a cui sono smisuratamente debitore, perché smisuratamente amato. È proprio vero se dici di sì a Dio, sei sempre tu ma non sei più tu, perché Dio, Ospite dolce, non ti dà più riposo ...

”Padre”, chiesi all’anziano monaco ‘parlaci un poco di te stesso’ “Di me stesso?”, chiese. L’anziano monaco ebbe una lunga pausa di riflessione. “Il mio ...nome”, disse quasi sillabando, “era ... io! Ma ora è divenuto ...TU!” (Teofane il Monaco)

... il “tu” di Dio, il tu” del prossimo! Ma credo non ci sia esperienza più bella e grande dell’amore, quando scopri che il tuo baricentro è fuori di te. È quello che mi insegna, che ci insegna la Pasqua, l’Eucaristia. È con l’Eucaristia nelle mani, all’altare, sono chiamato a guardare il mondo e le persone con occhi diversi, con cuore diverso, con occhi e cuore da amante. Per ogni persona che ho incontrato ho cercato d’essere il “presbitero della speranza”. A ognuno ho cercato di comunicare che:

“Il rapporto tra Dio e l’uomo si colloca sul livello dell’eccedenza e della sovrabbondanza. La logica non è quella del minimo indispensabile ma del massimo possibile. Dio dialoga con l’uomo nei larghi spazi della bellezza e dell’amore non nell’angustia dei diritti e dei doveri”. (Maria Ko Ha Fong)

A ognuno ho cercato di far intravedere il volto misericordioso di Dio e di mostrare che ogni pagina evangelica, soprattutto quella delle Beatitudini, ci descrive ciò che diventa possibile a chi si “abbandona” a Dio. Ho cercato e cerco di essere un prete che vive non come in un matrimonio invecchiato, lasciando che l’abbandonarsi l’uno all’altro diventi abitudine, ma come un innamorato ... E come un innamorato di Dio, con un grande amore alla Chiesa e alla gente, ho sempre detto sì a ogni cambiamento, in obbedienza. E ogni volta ho ricevuto tanto di più. Anche in questo nuovo cammino, in questa nuova sfida.

Ringrazio e prego per questi quarantacinque anni e per il tempio che mi è dato a venire. Prego di essere sempre l’uomo delle relazioni profonde, che sa far scaturire il bene:

“Un’icona ci richiama al mistero della Visitazione, a una parola di Elisabetta: ‘Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo’ (Lc1,43). L’effetto positivo della relazione pastorale autentica è simile all’effetto della voce di Maria: si risveglia quanto di più vivo c’è in ogni persona. È una relazione, perciò, che vuole con tutte le forze e ottiene il bene dell’altro e poi riverbera in un Magnificat per colui che l’ha offerto”. (C. M. Martini, Prove e consolazioni del Prete).

Prego di saper essere sempre all’altezza dell’amore di Dio, all’altezza del Vangelo, del fuoco dello Spirito Santo, Prego di avere sempre il calore della passione che sa essere all’altezza dei cambiamenti dentro e fuori la Chiesa, e all’altezza dei sogni di chi incontri.

“Un cuore freddo non può assolutamente percepire un linguaggio di fuoco” (S: Bernardo).

don Mauro

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