PROCESSIONE EUCARISTICA
È bello notare che le processioni, contestate negli anni sessanta e andate in disuso, sono tornate nei calendari delle comunità cristiane: non solo nel sud, ma anche da noi. Certo: non sono più le parate un po’ militaresche del passato, quando la Chiesa faceva ostentazione di potenza e di consenso sociale con un seguito impressionante di confraternite e stendardi, angioletti della prima Comunione; sfilate che duravano ore e riflettevano nel loro stesso snodarsi una gerarchia anche sociale. Nessuna nostalgia in proposito, se non quella di anni più verdi.
La processione è segno di un popolo che si conosce in perenne trasferimento verso l’eterno e segnala sentimenti d’adorazione o di supplica o di penitenza: ma indica pure che i cristiani sanno ancora camminare sotto il cielo e con i piedi per terra, che vogliono esserci anche fuori dalle sacrestie, che occupano il loro posto nella Città di tutti, che non vogliono essere “lampada nascosta sotto il tavolo”, che sono in dialogo con la società in cui vivono. Non a caso, nella maggioranza dei Comuni d’Italia le autorità civili hanno mantenuto la tradizione di partecipare alle processioni coi segni distintivi: i sindaci in fascia tricolore, i marescialli dei carabinieri in divisa, talvolta le corporazioni cittadine con gonfaloni e bandiere. Indebita commistione di sacro e profano, residuo di antiche e dubbie alleanze fra trono e altare? Così non dovrebbe essere. Si tratta invece del naturale mostrarsi di una cellula sociale, operante sul territorio.
In futuro, non troppo lontano, quando i mussulmani saranno una presenza numerica forte, le autorità civili dovranno forse partecipare anche ai loro riti. Per adesso teniamoci alle nostre processioni, che, nel nostro contesto urbano, possono avere anche un’altra valenza: tra tante iniziative come le “domeniche a piedi”, come i centri storici chiusi alle auto, possono essere una corale reazione alle troppe schiavitù dei giorni feriali, un riflesso contro lo scorrere ossessivo del traffico: una piccola e pacifica riscossa festiva. Insomma verso la Città dei commerci e dell’anonimato, della fretta perpetua. “Riappropriamoci della Città”, si diceva inderogabilmente una volta; ecco, incolonnarsi dietro la Croce oggi potrebbe anche rappresentare – tra l’altro – una mite ribellione all’onnipotenza della cultura consumistica che ci costringe giornalmente a ben altre “processioni”: la fila al supermercato, la coda al casello, gli imbottigliamenti dei pendolari, il formicaio nei sabati e nelle domeniche pomeriggio... Vogliamo bene alle processioni! E in particolare a quella del “Corpus Domini”!
Di recente ha scritto così il nostro Prevosto don Riccardo Festa: “La Processione del Corpus Domini è l’evento di fede al quale la comunità cristiana invita le autorità civili e le istituzioni dello Stato presenti sul territorio e chiede all’amministrazione comunale che la Città sia rappresentata dal gonfalone. In questa manifestazione la comunità cristiana dichiara alla Città di essere amica del bene comune, di voler essere protagonista nella ricerca del bene dei cittadini tutti. Le istituzioni civili che accettano l’invito a partecipare con le insegne ufficiali, confermano attenzione e rispetto alla comunità cristiana e la riconoscono come presenza buona.
Che questo capiti proprio nella processione del Corpus Domini e non in altre processioni è dovuto al significato proprio della Festa del Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo. L’Eucaristia è infatti il luogo di incontro della comunità cristiana dove tutti i fedeli, nelle diverse sensibilità, nelle diverse appartenenze aggregative si riconoscono: lì nella comunione con Corpo e Sangue del Signore tutte le espressioni della nostra fede e i percorsi dai quali proveniamo trovano sintesi e unità. Lì, pertanto, in quella processione, intorno al Santissimo Sacramento, la comunità cristiana si raccoglie nella sua configurazione ministeriale; vi sono cioè rappresentati quei servizi pastorali che permettono alla comunità di radunarsi, quei servizi che danno forma istituzionale alle convocazioni per cui ciascun fedele possa sentirsi accolto e rappresentato dalla ritualità delle convocazioni stesse”.
Ci sarà qualcuno che verrà almeno una volta, se non altro per curiosità? Mi auguro una partecipazione corale alla Processione di questa sera, la Processione del “Corpus Domini”!don MauroAssemblea Parrocchiale convocata per martedì 13 giugno alle ore 21 presso il Teatro Nuovo di Via Leopardi. Tutti si sentano personalmente invitati!CONTINUA A LEGGERE IL FOGLIO DEGLI AVVISI