Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
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AVVISI - 02 OTTOBRE 2022

ORATORIO: UNA PROFEZIA CHE SI RINNOVA

In occasione della Festa dell’Oratorio ci chiediamo: come sono gli oratori oggi? In che senso gli oratori sono la “profezia che si rinnova?”.
Ci facciamo aiutare da un intervento del nostro Vescovo Mario.

“Alcuni fenomeni sono macroscopici: la diminuzione del clero giovane , il mutamento che segna la popolazione giovanile, l’evoluzione della forma storica della parrocchia ambrosiana. La parrocchia ambrosiana si è sempre caratterizzata e riconosciuta in questo modo: vicino alla Chiesa c’è la casa parrocchiale, dove abita il parroco, e, più o meno vicino, c’è l’oratorio dove abita il vicario parrocchiale. Questo modello è rimasto radicato nel nostro territorio per molto tempo e ha caratterizzato le nostre comunità. E’ certamente così che il cardinal Ferrari ha immaginato l’oratorio: un prete “giovane” dedicato ai giovani in ogni parrocchia. Ma i preti giovani oggi sono pochi e non possono essere in ogni parrocchia.
Un secondo fatto macroscopico è la diminuzione dei ragazzi che frequentano l’Oratorio. In generale, la popolazione giovanile lombarda è ridotta di numero, quindi gli oratori non sono più affollati di ragazzi, adolescenti, giovani rispetto un tempo. Il fenomeno è, però, più antico e profondo: la popolazione giovanile non solo è diminuita, ma si disperde in molti altri luoghi, soprattutto nelle Città. Quindi gli oratori sono meno frequentati.
Un terzo fatto macroscopico è il complicarsi delle esigenze, delle pretese, delle normative. In questo tempo, incide molto la normativa per le opportune cautele, allo scopo di prevenire la diffusione del virus. Più in generale, la normativa riguarda tutti gli aspetti della vita dell’oratorio, per prevenire gli abusi, per prevenire gli incidenti, per rispondere alle attese. Sono esigenze e pretese espresse sia dai genitori sia dalle istituzioni pubbliche. I genitori, ad esempio, affidano i ragazzi all’oratorio con molte cautele e con molte richieste di rassicurazione. La vita è diventata più complicata sia per necessità legittime sia per pretese più o meno discutibili.
Ci sono quindi buoni motivi per ripensare e studiare l’oratorio.
Ma perché l’oratorio, almeno nella sua forma ideale, è una profezia? “Profezia” è una parola che la Chiesa, in nome di Dio, ci consegna. Ci vengono così restituiti un simbolo e un’immagine. La profezia da un lato è sempre una promessa e dall’altro sempre una contestazione. L’oratorio è, dunque, una profezia perché è qualcosa di promettente per il contesto in cui siamo ma anche perché reagisce a questo contesto, sotto forma di contestazione.
Quali sono quei fattori che indicano l’oratorio come elemento promettente e insieme critico? Un primo aspetto semplice che rende l’oratorio constatazione o aspettativa consiste nell’affermare che esso non è “proprietà privata” del prete giovane della parrocchia, ma è piuttosto lo strumento educativo della comunità e, quindi, deve coinvolgere tutta la comunità.
Tra l’altro, la diminuzione del numero dei preti permette o esige questo coinvolgimento complessivo della comunità adulta, della comunità educante, della comunità parrocchiale.
Così l’oratorio è, da un lato, promettente perché esprime la corresponsabilità educativa, dall’altro è anche segno di un principio critico nei confronti del clericalismo.
Un altro aspetto profetico dell’oratorio è la sua accessibilità. L’oratorio è aperto a tutti. Questo vuol dire che non è selettivo e non impone un rigore discriminatorio. Vi riconosco la profezia della “Chiesa dalle genti” tradotta per i ragazzi, gli adolescenti ei giovani. L’apertura a tutti è promessa e contestazione di quella tendenza alla privatizzazione che “ammette solo gli iscritti”. Se non ti iscrivi(alla società sportiva, al corso eccetera) non puoi entrare, non sei nessuno, In oratorio l’apertura è universale.
La partecipazione all’oratorio è poi gratuita, cioè non si chiede alcuna quota di ingresso, se non a sostegno di specifiche iniziative. La gratuità è una forma tipica della sollecitudine cristiana per l’educazione. Mentre le scuole paritarie, che dipendono dall’autorità ecclesiastica, devono far pagare le rette per poter sopravvivere, in oratorio l’accesso è gratuito, segno di contestazione contro una società in cui tutto si può avere, purchè si abbiano i soldi da pagare.
Questo accesso universale non è però, arbitrario ma segue delle regole. L’oratorio si caratterizza per un’accoglienza che ha le sue regole, talvolta scritte in un progetto degli oratori. Gli oratori si sono sempre dati delle regole, condividendo la proposta di un progetto. L’oratorio non è un parco pubblico ma un luogo regolato grazie a un progetto educativo da sottoscrivere e promuovere. ...
Infine, l’oratorio si caratterizza come profezia perché chiede di pregare. In oratorio si propone il riferimento a Dio e si promuove la cura per la vita spirituale, andando contro la tendenza a ridurre la preghiera alla forma del “privato”. Sembra quasi che, se uno prega, debba pregare da solo. Invece in oratorio si prega e si impara a pregare insieme. La presenza di ragazzi di altre religioni impone certamente un’attenzione e un rispetto, ma rimane la prospettiva di educare a una preghiera insieme per cui, ad esempio si troverà il modo di far pregare i musulmani come musulmani, ribadendo che il tema della spiritualità e della manifestazione della fede non è un aspetto privato.
Ci sono, dunque, alcuni tratti che rendono l’oratorio una profezia. Come questi – enunciati come ideali – vadano declinati in un “oggi” così complicato è una scommessa da verificare e accogliere.”

Mario Delpini Arcivescovo di Milano

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