Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
Parrocchia Santuario Madonna in Campagna, Viale Milano 38 . Piazzale don Luigi Cassani, GALLARATE, VA
Parrocchia Santi Nazaro e Celso – Arnate, Piazza L.Zaro 2 – Via San Nazaro 4, GALLARATE, VA

AVVISI - 8 GENNAIO 2023

TI BASTI IL BATTESIMO!

 

Lo svelamento di Dio – e qui nel Battesimo di Gesù, siamo a un’ulteriore svelamento, ad una ulteriore epifania – lo svelamento di Dio è sempre sorprendente, sconcertante. Il modo più semplice, più facile, ma anche il più rozzo di togliere la sorpresa, lo sconcerto, è quello di banalizzare l’episodio del Battesimo. Crea sorpresa, sconcerto il vedere Gesù immerso con i peccatori a farsi battezzare? Commentiamo dicendo che insomma lui faceva finta, era una finta per dare a noi un esempio. Vedete come si può banalizzare tutto: un metodo ampiamente usato in passato.

Invece il Vangelo – particolarmente quello di Matteo – registra lo sconcerto, la sorpresa, tant’è che Giovanni il Battista voleva impedire questo battesimo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me”. Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che cos’ adempiamo ogni giustizia”. E anche su questo, sulla categoria della giustizia – che cosa è giusto e che cosa non è giusto – ci troviamo sconcertati. Perché per noi è giusto che nella fila con i peccatori vadano i peccatori e che a farsi battezzare vadano coloro che hanno peccati da confessare e non chi di peccati da farsi perdonare non ne ha. Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Ma cos’è giustizia? Giustizia nella Bibbia è la conformità alla volontà di Dio, l’adesione al suo sapiente disegno su di noi. E’ come se Gesù dicesse: guarda che c’è un disegno su di me, e non è quello che forse hai in mente tu: quello di un Messia fustigatore, trionfante, giudice severo. E’ altro il disegno su di me: il mio trionfo sarà la croce, la condivisione della sorte degli abbandonati, non il distacco, ma l’immersione, il mescolarsi. E questa mia prima scelta dice la direzione della mia vita: dalle primi luci dell’alba potete capire quale sarà la giornata. Queste del mio Battesimo sono le prime luci dell’alba. E così con questa domenica del Battesimo del Signore si completa il discorso sul Natale. Ci è stato raccontato da chi è nato il Messia, quando è nato, dove è nato, come è nato. Ma per che cosa è nato? Per che cosa è nato lo puoi arguire da questo Battesimo. Qui è scritto il suo programma, la giustizia, il progetto di Dio sulla sua vita.

E’ la sua investitura; viene detto figlio, “il figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”, proprio quando si mescola con tutti, porta il peso di tutti. Trasparente l’allusione al capitolo 42 di Isaia; anche là: “Ecco il mio servo, che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio”. Ci sono tre “no” nel programma del servo di Yahvè. Vediamoli brevemente. “Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce”. Non l’arroganza, non l’insulto, non il coprire la voce degli altri, non la spettacolarità sarà il suo stile, ma un umile sentire di sé. Lo vedi già nel giorno del Battesimo.

E ancora, “non spezzerà la canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta”. Sarà un segno di misericordia, segno della compassione di Dio per i deboli, per i vacillanti: non li scarterà. Non la distanza dalla gente che fatica, ma la condivisione della fatica, della debolezza: già lo vedi nel giorno del Battesimo.

E il terzo no: non spezzerà il debole certo, ma nemmeno lui si spezzerà: “non verrà meno, non si spezzerà finche’ non avrà stabilito il diritto sulla terra”. E cioè la soavità e la mitezza, accompagnate da fermezza nel soffrire, da tenacia nel ristabilire il diritto”. Ecco sintetizzato il programma a c’introduce l’investitura del Battesimo.

Forse non ci pensiamo, o pensiamo troppo poco che nel nostro Battesimo siamo stati segnati col segno di Cristo, di questo servo di Yahvè in fila con i peccatori.

Chissà se pensiamo, quando diamo il Battesimo a un figlio, che lo introduciamo a questo programma: non griderà, non spezzerà, non verrà meno.

Chissà se pensiamo che questo programma è il nostro segno di appartenenza.

“Ci basti il nostro Battesimo!”

Oggi si fa un gran parlare di identità cristiana, dell’importanza di non venir meno all’identità cristiana. Ma guardate che l’identità cristiana è questa. Gesù presenta qui la sua carta d’identità. Ci viene chiesto di guardarlo e di osservarlo, se non vogliamo fare carte false, se non vogliamo falsificare i documenti. Il documento è questo, uno che si fa fratello, uno che si mischia coi peccatori, uno che si fa solidale con tutti.

Questa la vera carta d’identità. E Pietro – lo abbiamo letto – la riconoscerà nella casa del pagano Cornelio e emozionato dirà: Sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto”. Ecco la vera carta d’identità.

Troviamo oggi il tempo per ripensare al nostro Battesimo e sostenuti da questa convinzione di fede, preghiamo: Signore Gesù, fin dall’inizio della tua missione, hai voluto essere solidale con i peccatori. T’invochiamo, mentre ci sei vicino in questa Eucaristia; continua a camminarci accanto nella vita quotidiana: in famiglia, a scuola, al lavoro, in parrocchia, nell’umanità, che per mezzo della croce hai riconciliato con Dio. E poi, insegnaci l’arte di essere compagni di viaggio credenti, che pregano specialmente per chi cammina a fatica; compagni di strada solidali, che tengono il passo di chi tenta di convertirsi, senza abbandonare chi ne ha smarrito il desiderio; ma soprattutto compagni di viaggio fedeli a te, che sanno prendere ogni giorno la propria croce e seguirti nel gioioso pellegrinaggio da questo mondo al Padre”.

don Mauro

 

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