Dopo la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco si associa al Messaggio dei vescovi italiani per la Giornata, sul tema “Aprite le porte alla vita”, e chiede nuovo impegno per “custodire e proteggere la vita umana dall’ inizio fino al suo naturale termine” e contrastare violazioni della dignità dovute a “tecnologia o economia”.
Monsignor Paglia: la vita dono da spendere "in favore di tutti"
Alessandro Di Bussolo per vaticannews.va
Va rinnovato l’impegno “di custodire e proteggere la vita umana dall’inizio fino al suo naturale termine” e per questo è necessario “contrastare ogni forma di violazione della dignità, anche quando è in gioco la tecnologia o l’economia, spalancando le porte a nuove forme di fraternità solidale”.
Lo ribadisce Papa Francesco dopo la preghiera dell’Angelus, recitata dalla finestra dello studio nel Palazzo apostolico che da’ su Piazza San Pietro, ricordando la Giornata per la vita che si celebra oggi in Italia, sul tema “Aprite le porte alla vita”.
Il Papa si associa così al Messaggio dei vescovi della Conferenza episcopale italiana:
Oggi si celebra in Italia la Giornata per la Vita, che ha come tema «Aprite le porte alla vita». Mi associo al Messaggio dei Vescovi ed auspico che questa Giornata sia un’occasione per rinnovare l’impegno di custodire e proteggere la vita umana dall’inizio fino al suo naturale termine. È necessario, altresì, contrastare ogni forma di violazione della dignità, anche quando è in gioco la tecnologia o l’economia, spalancando le porte a nuove forme di fraternità solidale.
Nel documento dei vescovi italiani c’è il rifiuto di “ogni forma di aborto, abbandono, maltrattamento e abuso” e l’invito a promuovere “l’uguale dignità di ogni persona”. Il testo, firmato dal Consiglio episcopale permanente, è suddiviso in tre paragrafi: “desiderio di una vita sensata”, “dalla riconoscenza alla cura”, “ospitare l’imprevedibile”.
Sul tema di questa 42.ma Giornata per la vita, questa è la riflessione dell'arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, intervistato da Luca Collodi.
R. - Io credo che sia un’occasione opportuna per comprendere sempre più questo grande mistero che è la vita o meglio questo enorme dono che è la vita, che tutti abbiamo ricevuto. Potremmo dire che nessuno l’ha chiesta, nessuno l’ha meritata, perché tutti veniamo generati “da”, nessuno si autogenera, nessuno nasce da sé stesso ma tutti riceviamo questo dono. Ebbene, io credo che particolarmente in questa 42.ma Giornata ci viene detto che bisogna riflettere sul fatto di aver ricevuto la vita e quindi di spenderla in maniera sapiente, di non sprecarla, di non buttarla via, di difenderla dove c’è e soprattutto - e qui a me pare molto importante - di donarla anche agli altri. Ognuno di noi comprende che la vita se è trattenuta per noi diventa piccola, se invece la spendiamo si arricchisce.
E questo credo che sia il messaggio più saggio, più importante da dover comprendere in questo momento, mentre il mondo si ripiega su sé stesso, mentre i conflitti si moltiplicano. Credo che dovremmo capire quanto sia prezioso questo dono, combattere tutto ciò che può inquinarlo, ferirlo e persino eliminarlo, per spenderlo invece in favore di tutti.
La Giornata di quest’anno, oltre a respingere le molte forme di aborto, il maltrattamento, celebra anche la paternità, il ruolo del padre...
R. – Esattamente, il ruolo del padre, che è un ruolo che continua per tutta l’esistenza, non si ferma all’inizio: continua per accompagnare, per sorreggere, per sostenere e per trasmettere vita e sapienza. In un momento nel quale si parla di “evaporazione” del padre, la Chiesa italiana ci dice: no, guardate, tutti abbiamo bisogno di un padre perché la vita è stata ricevuta, va sostenuta e a nostra volta in qualche modo va ridonata. Tutti siamo figli ma tutti dobbiamo essere anche un po’ padri per trasmettere la vita a chiunque ne ha bisogno.
In 42 edizioni il tema della vita è stato declinato dalle più diverse angolature. Si è parlato del ruolo della madre (“Madre e figlio, unica via da accogliere”, 1981); del problema del lavoro (“Territorio e lavoro al servizio della vita”, 1983); della pace (“Quale pace se non salviamo ogni vita”, 1987); di famiglia (“La famiglia tempio della vita”, 1994); di paternità (“Paternità e maternità, dono e impegno”, 1999); di denatalità (“Senza figli non c’è futuro”, 2004); di sofferenza (“La forza della vita nella sofferenza”, 2009), di crisi economica (“Generare la vita vince la crisi”, 2013).
E nel 2017 è stata ricordata anche Madre Teresa di Calcutta.