VIA COSI’
Oggi, la Festa di apertura degli Oratori con il lancio della proposta per l’Anno oratoriano 2018-2019 in tutti i mille oratori della Diocesi: “VIA COSI’!” L’Arcivescovo ha scritto il suo messaggio che diventa uno stimolo per il cammino di tutti coloro che saranno coinvolti nell’animazione dell’Oratorio. Ecco perché e importante conoscerlo e farlo proprio! Con questa festa iniziano inoltre i diversi itinerari di accompagnamento di ragazzi, preadolescenti e adolescenti che, nella Comunità cristiana percorrono insieme lo stesso viaggio. VIA COSI’! Esprime la volontà di tradurre per i ragazzi la lettera pastorale dell’Arcivescovo Mario “Cresce lungo il cammino il suo vigore”. E’ un titolo che in se stesso riporta una attenzione educativa perché allude alla crescita. L’Oratorio è servizio alla crescita, non solo per i ragazzi, ma per l’intera Comunità che si coinvolge nella crescita dei più piccoli. E riprendendo l’immagine cara al nostro Arcivescovo, l’Oratorio è la Chiesa dei ragazzi in cammino, l’oratorio è il pellegrinaggio dei ragazzi. Il testo di riferimento è il brano sull’invio dei 72 discepoli (Lc.10,1-16), che ripropone l’idea di un oratorio che vive l’esperienza apostolica dei discepoli che vengono mandati per colorare il mondo. Tra i temi di quest’anno c’è la dimensione missionaria e l’intenzione di portare in oratorio il grande slancio del Sinodo “Chiesa dalle genti”. Poi l’intenzione di ridare significato allo sport in oratorio. Tutto questo partendo dalla convinzione che i primi alleati nell'educazione educativa sono i Genitori. Paolo VI diceva che l’oratorio è quel servizio complementare alla famiglia e alla scuola: in questa complementarietà c’è la necessità di una relazione , di una solidarietà educativa, per cui i genitori sono i prime interlocutori. E’ da leggere e meditare il Messaggio dell’Arcivescovo Mario “Abbiate gratitudine per i doni, le doti, i talenti ricevuti da Dio”. Si apre con una serie di benedizioni e si conclude con un decalogo, sulle orme del suo predecessore Montini. Tre le parole chiave per iniziare anche quest’anno l’avventura dei nostri Oratori: meta, compagnia e fierezza. “La meta da raggiungere, il traguardo desiderabile è la gioia di Dio, il suo Regno, la vita di Dio in noi – scrive mons. Delpini -, possiamo chiamarla anche santità. Si mettono in cammino quelli che credono alla promessa di Dio: sanno che di Dio ci si può fidare. Il cammino però non si fa da soli, ma insieme, in compagnia, fatta di quell'amicizia “sana, limpida, allegra, di coloro che guardano insieme verso la meta e si aiutano e incoraggiano gli uni gli altri”. La terza parola chiave è fierezza, in particolare “la fierezza di non stare fermi che fa crescere la stima di sé, non l’ingenuità di chi si crede capace di tutto… la stima di sé che è la gratitudine per i doni, le doti, i talenti ricevuti che nell’esperienza dei gesti minimi si accorge che è capace di fare il bene, di dare gioia, di farsi amare”. Delpini va oltre e raccomanda anche la perseveranza. “Alcuni sono tentati di ridurre l’oratorio all’oratorio estivo, qualche settimana di impegno, di amicizia, di cose ben fatte. Invece l’oratorio
propone un cammino che si estende per tutto l’anno. Non si tratta di iniziare, per poi mollare al primo ostacolo o alla prima fatica. Da ultimo, l’Arcivescovo raccomanda la verifica, che riguarda soprattutto i grandi: “verifica come esercizio di ascolto del Signore per rendere grazie, riflettere sulle proposte e sulle risposte, riconoscere inadempienze e ripartire, fiduciosi e lieti”.
don Mauro