IL SIGNORE VINCE LE PAURE
Tenendo sullo sfondo il brano di Marco 16,1-8 ci accorgiamo che l’Evangelista Marco vuole condurci a comprendere come si comportano i discepoli del Signore davanti al fatto della sua Risurrezione: sembrano provare disagio, avvertono in se stessi un senso di difficoltà a incontrarsi col maestro, perfino un atteggiamento di paura e timore che mette in discussione le loro scelte, che erano sbagliate. Essi vengono a scoprire – e noi con loro – la propria fragilità, la propria debolezza; ma Gesù risorto stabilisce con i discepoli un appuntamento che porta alla riconciliazione, alla pace, alla speranza e a una vita nuova nello Spirito. E’ a ben pensare l’invito che il Signore rivolge anche a ciascuno di noi! “Chi ci farà rotolar “Chi ci farà rotolar Chi ci farà rotolarela pietra all’ingresso del sepolcro?” la pietra all’ingresso del sepolcro?” (v. 3) E’ la preoccupazione delle donne che si recano al sepolcro; è l’avvertire di essere impotenti a compiere quel gesto di pietà verso il corpo senza vita del maestro. Questa consapevolezza però non impedisce loro di recarsi al sepolcro, senza tener conto delle effettive possibilità di realizzare il loro desiderio. L’Evangelista sottolinea questo aspetto perché vi vede la condizione ideale del discepolo, che, sul piano umano è incapace di essere all’altezza della sua missione. C’è un secondo particolare in questo episodio da sottolineare: la scelta delle donne come protagoniste delle prime apparizioni del Risorto. Non per nulla, Maria Maddalena e le sue compagne sono le prime a rimanere sorprese della missione che il Risorto, per mezzo dell’angelo, affida proprio a loro presso i discepoli. Egli chiama a seguirlo e manda in missione coloro che sono pienamente consapevoli della loro debolezza e che l’ambiente
circostante riconosce incapaci. Solo così gli è possibile manifestare la sua potenza e la sua grandezza. Anche oggi il Signore predilige quei cristiani che sono umili nell’adempiere il servizio della Parola e perciò confidano nella grazia del Signore, invocano il suo aiuto e pregano per coloro a cui trasmettono la proposta cristiana. Se ci sentiamo umili e, in un certo senso, deboli di fronte alla grandezza e
all’impegno della nostra missione, è proprio allora che siamo forti perché il Signore è con noi. “Non abbiate paura!” (v.6). L’atteggiamento prevalente delle donne davanti al sepolcro vuoto è quello del timore e della paura. Lo notano anche gli Evangelisti Matteo e Luca (Mt 28,5; Lc 24,5). L’annuncio della risurrezione non suscita all’inizio gioia, ma timore, perché prospetta un nuovo stile di vita e ripropone un nuovo modo di incontrarsi col maestro, ucciso sulla croce e rifiutato degli uomini. L’angelo incoraggia le donne: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, non è qui… E’ Risorto” (v. 6). Questo annuncio è già di per se stesso un dono,perché offre la grazia per poter vivere il nuovo rapporto con il Signore.“Vi precede in Galilea. Là lo vedrete…” (v.7). La scelta della Galilea come luogo dell’appuntamento con il Risorto non è casuale, lì era iniziato – per l’Evangelista Marco – la vicenda storica di Gesù di Nazareth. Questi discepoli che Gesù vuole radunare in Galilea per incontrarsi con loro non sono “perfetti”.L’avevano abbandonato, eppure Egli li richiama a sé. E’ importante non perdere di vista il Signore che vive nella Comunità e credere che egli è con i discepoli là dove si riuniscono insieme a Pietro. Significa credere che il Signore è presente nella nostra Comunità parrocchiale, la quale con le sue scelte conferma, testimonia e annuncia che egli è veramente risorto, perché i suoi membri si sforzano di vivere da risorti. Proviamo a domandarci: siamo con il Maestro anche quando è faticososeguirlo?
don Mauro