Esce oggi, con una grafica nuova e rinnovata il Foglio degli avvisi che vorrei intitolare “Comunicazioni Fraterne”. Il titolo nasce dal desiderio di comunicare fraternamente a tutti i membri della Comunità pastorale “Maria Regina della Famiglia” quanto il suo pastore ha nel cuore e le eventuali attenzioni o gli aiuti che possono permetterci di essere sempre in cammino: Comunità viva, in uscita! Oggi vorrei intrattenermi con voi sulla Vita Fraterna. Parola e Sacramento sono i due pilastri dell’azione pastorale. Il loro fine è costruire la Chiesa come “segno reale” del Vangelo per l’umanità. L’Eucarestia fa dei credenti il corpo di Cristo. La Chiesa c’è per dire e donare Cristo al mondo e portare il mondo a Cristo. La Chiesa, dunque, è il luogo per l’incontro con Gesù, è popolo di Dio pellegrinante che anticipa il convenire di tutte le genti nel Regno.
La Parola e l’Eucarestia sono “forma ecclesiae” e prendono corpo dalla vita fraterna dei credenti. La “charitas” trinitaria è il cuore della comunione, che si esprime nella vita fraterna (la carità-virtù) e nell’aiuto al povero (la carità servizio).
Il prologo con cui l’Apostolo Giovanni apre la prima lettera (1Gv. 1, 1-4) è il canovaccio per parlare delle dinamiche del mistero della Chiesa. Esso scandisce in tre momenti il sorgere della Chiesa come comunione fraterna. Il primo momento fa attingere alla sorgente. “Quello che era da principio, quello che abbiamo udito, quello che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che noi abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato …” (v.1). Giovanni descrive l’incontro con Cristo attraverso il ventaglio dei sensi spirituali: abbiamo visto, contemplato, ascoltato, toccato con mano il mistero di Dio che si rende presente nella carne di Gesù e che ci fa suoi discepoli.
Ci si aspetterebbe ora che Giovanni indichi l’oggetto della sua contemplazione, menzionando la vicenda storica di Gesù di Nazaret. Invece l’Evangelista ci fa fare il salto: “…il verbo della vita”.
La Parola della vita. Che cosa hanno visto, ascoltato, contemplato, toccato gli Apostoli? Che cosa annunciano? Che cos’hanno contemplato sin qui? Un uomo, una persona che parla le nostre parole che condivide i nostri sentimenti, che si avvicina a noi, che fascia le nostre ferite, che guarisce il nostro cuore, che accoglie su di sè la pecorella smarrita che mangia con i peccatori. In tutto ciò, nella parabola che è la vita di Gesù, noi abbiamo trovato – dice Giovanni – la Parola della vita. Si potrebbe tradurre in due modi: la Parola che è la vita e dà la vita, o forse che dà la vita perché è la vita. Gesù è affascinante per ogni uomo perché in lui può scorgere la sorgente della vita.
“Parola” (Logos) è intraducibile: significa infatti Parola, Verbo, parola creatrice, senso vitale, chiave di volta, principio di comprensione, anima del mondo. I discepoli hanno incontrato esattamente questo, lungo il loro cammino. Questo è il primo movimento della fraternità cristiana.
(continua)
don Mauro