Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
Parrocchia Santuario Madonna in Campagna, Viale Milano 38 . Piazzale don Luigi Cassani, GALLARATE, VA
Parrocchia Santi Nazaro e Celso – Arnate, Piazza L.Zaro 2 – Via San Nazaro 4, GALLARATE, VA

Avvisi e calendario domenica 10 Giugno 2018

CHIAMATA di Gesù MISSIONE della Chiesa

Il mese di Giugno, da poco iniziato, è tradizionalmente quello delle consacrazioni sacerdotali: ogni prete ricorderà il “suo giorno di ordinazione”, lo amò di un amore di predilezione e lo fece diventare “suo” per sempre. Ogni sacerdote nasce dalla preghiera di Gesù, quando in quella notte, solo, sulla montagna, pregò per ore e ore pensando a quelli che avrebbe scelto e sarebbero stati suoi da allor sino ad oggi. Prima di essere un chiamato, un sacerdote è stato da Gesù
pensato, concepito: solo dopo la chiamata, la consacrazione e la missione. Per questo ogni sacerdote ha bisogno di entrare in sintonia, nella preghiera con Gesù, il vero protagonista di ogni azione pastorale. Rileggendo la chiamata dei primi discepoli come ci viene narrata da Marco (Mc 1,16-20), non abbiamo difficoltà a immaginare la sorpresa di
questi quattro uomini che stavano lavorando e si sentono chiamare: perché loro e non altri quattro? E’ la sorpresa della chiamata gratuita. E’ la sorpresa dell’essere amati. E’ intuire che sei amato perché sei amato e non perché ricambi. E’ la sorpresa della gratuità che è forse la più bella che si può sperimentare nella vita. Questa chiamata è composta da diversi elementi: l’iniziativa è del Signore, è Lui che vede, che chiama, è Lui che dice “seguitemi”. L’iniziativa è tutta sua Un secondo elemento che fa parte della chiamata è che questi discepoli se vogliono accettare l’invito di Gesù devono lasciare. “Lasciarono le reti, la barca, il padre, la famiglia”(vv. 18 e 20). E bisogna sottolineare quel “subito” ripetuto due volte, che indica una certa prontezza. Nel Vangelo di Marco ricorre spesso il termine “subito” per dire che il Vangelo è urgente, l’occasione è urgente. Ma la cosa più qualificante è quel “seguire”: non è il lasciare la cosa principale, ma il seguire, l’andare dietro. E si tratta di seguire una persona, una persona itinerante. “Seguire” significa percorrere la stessa strada accanto a Gesù. Dalla sequela di Gesù nasce la Comunità. Questi quattro uomini si trovano a vivere insieme.Ma perché? Perché ognuno di loro ha deciso di seguire la stessa persona. Quindi il punto di riferimento è la persona di Gesù Cristo. Non si sono trovati tra di loro perché hanno deciso la vita comune. E poi si aggiunge la missione:il seguire subito, adesso è finalizzato a un diventare “pescatore di uomini”, cioè ad andare. Nel Vangelo la prima parola è “seguitemi” e l’ultima è “andate”. Fra i due momenti si distende un cammino in cui il discepolo deve imparare molte cose: che non deve parlare a nome proprio ma su incarico; che non deve parlare di sé, ma unicamente di Cristo; che il suo orizzonte non è la piccola comunità, ma il mondo intero; che in questa impresa missionaria non è mai solo, ma sempre in compagnia del suo Signore. Mai davanti a Lui, bensì sempre un passo indietro. A scegliere la direzione è Gesù, non il discepolo. Se il seguire non si conclude in un andare, significa che si è intrapreso un itinerario sbagliato: non si è seguito Gesù, ma se stessi. Così vogliamo guardare ogni sacerdote: egli per il ruolo che riveste (per volere di Gesù), ha più bisogno di preghiera che di stima o di giudizio. Il sacerdote mi rappresenta Gesù, qui, per me, ora, per la mia vita. Pregatedunque perché sia sempre così!

don Mauro

20180610AvvisiNew

homemenu-circle