UN NATALE DIVERSO
Non si fa fatica ad accorgersi che è Natale: guardati in giro, senti l’aria che tira, sintonizzati su qualunque canale televisivo e l’impresa di documentazione è riuscita. Difficile rimane capire il Natale: il suo significato, la sua storia, la sua attualità. Qui bisogna dare qualche “picconata” per evidenziare oltre l’evidente, il senso e la portata. Lo facciamo, brevemente e insieme questo sforzo procedendo a piccoli passi per fare chiarezza in mezzo a tanti equivoci o falsità vendute come verità. Occorre farsi strada in mezzo a tanti luoghi comuni: Natale è bello, regali, auguri, volersi bene, sorridere qualche volta in più, musiche ecc… qui la fantasia del quotidiano non si arresta. Onestamente non ci siamo: è tutto contorno, qualche emozione momentanea, ma poi tutto è ancora come prima. Una sciarpa in più, un profumo in più, un brillante in più non cambia la vita: se mai, aumenta l’illusione che basti questo! E il bello è che su questa profonda illusione ci campano in tanti; l’illusione natalizia farà tante vittime anche quest’anno, anche tra i più dotti e sapienti di questo mondo. Altro equivoco è la pace: non si vuol intendere che è un’arma a doppio taglio. Chi non la vuole? Chi non la persegue a doppi sforzi? Chi non è disposto, almeno a parole, ad anteporre ad essa ogni altro valore? Eppure la pace non c’è, tarda a realizzarsi: copri un buco da una parte, se ne apre un altro. Cambiano i nomi, i luoghi, i diversi personaggi eppure… è sempre in ritardo sulle varie esigenze dei popoli e della nazioni. Salta il comunismo, e risorge qua e là la
tentazione demoniaca dei vari nazionalismi. Siamo sempre al palo: o la pace viene da Betlemme da quella grotta povera, ma decisiva oppure sono vani gli sforzi degli uomini, anche di quelli di buona volontà. In altre parole o si rispetta, si ricerca, si favorisce la dimensione religiosa della vita del singolo e dei popoli e si apriranno quindi nuovi scenari di speranza, oppure la parola pace è utopia o peggio vuoto nominalismo. Il Natale è invece questo meraviglioso scambio di doni tra la nostra povera umanità bisognosa di tutto, quindi anche di redenzione, di salvezza, di liberazione, e il dono di Dio, il suo Figlio Unigenito nato a Betlemme dalla Vergine Maria. Avere la coscienza del limite, sentire la necessità che un altro entri nella nostra vita per camminare con noi, non è chiedere molto alla cultura moderna, impregnata di soggettivismo, ma incapace di proporre a un giovane la speranza, a un anziano ammalato e solo la ragione e l’opportunità del vivere, a un adulto la bellezza del donarsi agli altri per realizzarsi.
Diciamolo ad alta voce: Natale è così o si perpetua una volta di più la pietosa bugia di farci gli auguri, e ce ne faremo tanti, ma in realtà di non augurarci nulla.
don Mauro