Santissima Trinità
In questo periodo post – pasquale: “ tempo dopo la Pentecoste” la Chiesa ci presenta in queste domeniche, grandi solennità liturgiche: Trinità e Corpo e Sangue del Signore. Sono feste che mettono in risalto i fondamenti della nostra dottrina cristiana. Sono feste che - come ogni festa che si rispetti - fanno fare al nostro cuore esperienza di gioia.
Domenica scorsa abbiamo ricordato con solennità il “ dono dello Spirito Santo”. Ed è proprio lo Spirito che ci fa conoscere e comprendere la solennità liturgica di oggi: Santissima Trinità.
Dal catechismo abbiamo appreso che la nostra fede si basa su queste due affermazioni: Unità e Trinità di Dio; Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
La “ Trinità” è il primo dei due misteri principali della nostra fede. Proviamo a comprendere meglio questa solennità non dimenticando di trovarci davanti a un “ mistero” che anche S. Agostino voleva comprendere e capire. Si racconta che un giorno, mentre passeggiava sulla spiaggia, vide un ragazzo che, ininterrottamente, con un secchiello prendeva l’acqua dal mare e la versava in una buca. Agostino si avvicinò e domandò cosa stesse facendo. Il bambino rispose che voleva trasferire tutta l’acqua del mare nella buca. Alla obiezione del santo: “ ma questo non è possibile”, il ragazzo rispose: è più facile mettere tutto il mare in una buca che far comprendere alla piccola mente umana il grande mistero della Santissima Trinità”. Ma allora, è proprio impossibile capire la Santissima Trinità? Sicuramente se volessimo capire tutto faremmo lo stesso errore di Agostino, ma possiamo almeno avvicinarci a capire meglio questo grande mistero con l’aiuto di alcuni esempi.
Primo esempio: tre candele un'unica fiamma. Oggi noi festeggiamo il Nome di Dio che è: Padre, Figlio e Spirito Santo. Tre persone perfettamente uguali e distinte, ma tutte e tre sono l’unico vero Dio. Questo è quello che ci insegna il catechismo. Per comprendere meglio questo mistero della fede, facciamo un esempio. Prendiamo tre candele, accendiamole. Sono tre candele distinte e separate, ognuna con una piccola fiamma. Ora mettiamo insieme le tre candele unendo le tre fiamme; che cosa succede? Le tre fiamme diventano una sola grande lingua di fuoco. Però le candele sono separate e ben distinte. Così è a Trinità: tre Persone distinte e separate ma tutte e tre sono l’unico nostro Dio.
Secondo esempio: disegniamo la Trinità. Prendiamo uno dei tanti quadri che rappresentano la Santissima Trinità. Cosa osserviamo? Il Padre è sempre disegnato come un simpatico e solenne vecchietto, Gesù un bel giovane con la barba e lo Spirito Santo sotto forma di colomba e circondato da una grande raggiera di luce. Anche in questa rappresentazione comprendiamo che le tre persone sono distinte tra loro. Una persona non si confonde con l’altra, ciascuna ha il proprio nome e la propria caratteristica. Il quadro, dicendo la verità, è incompleto poiché le tre divine persone sono uguali in tutto, talmente uguali e così intimamente unite da dimorare l’una nell’altra, da essere un unico Dio.
Da ultimo, in una parrocchia di un paesino del sud, il parroco con l’aiuto dei catechisti e degli animatori organizzò un concorso di disegno per i bambini del catechismo sulla Santissima Trinità. Tutti parteciparono; i disegni erano diversi, tutti belli e quasi tutti rappresentavano la Trinità come il quadro commentato sopra. Vinse però il disegno più semplice. Un bambino infatti disegnò un grande cuore rosso con scritto all’interno la semplice e misteriosa parola:” Trinità”. Sì! Ecco la Trinità è amore. Totalmente amore.
Un cuore che ama continuamente ed eternamente ciascuno di noi.
In questa settimana, con grande devozione, ricordiamoci di fare bene il “ segno della croce “ e delle parole che proclamiamo facendolo, affinché tale “ gesto” possa essere sì espressione del nostro amore verso la Santissima Trinità, ma anche del grande amore di Dio Padre, di Gesù suo Figlio e dello Spirito Santo nei nostri confronti.
Don Mauro