III DOMENICA DI AVVENTO - “Le profezie adempiute”
Abbiamo concluso da poco la nostra Festa Patronale – almeno a Madonna in Campagna – e ci troviamo a vivere il periodo di Avvento che ci prepara velocemente al Santo Natale: guai a lasciarlo passare così, senza slancio, mordente, grinta spirituale; il tempo buttato è eternamente perduto, neppure Dio può fare tornare indietro il tempo che noi non viviamo in pienezza. Ho sempre avuto paura del tempo sciupato inutilmente!
Ognuno dunque abbia il suo programma spirituale da verificare davanti a Gesù. La nostra Comunità devo proprio riconoscerlo, ha una grande devozione mariana: l’ho potuto vedere e constatare anche in questi giorni di festa.
Maria ha un fascino notevole nella vita e nel cuore di molti credenti e anche lontani; questa è una grossa carta di credito nel cammino di un popolo. Può davvero sperare che le prove e le difficoltà che incontra come popolo saranno davvero superate perché c’è una presenza discreta e materna che non delude mai.
In questo periodo di Avvento ci sono due novene antiche e bellissime: quella della Madonna Immacolata e quella del Santo Natale. Il periodo dell’Avvento ha una grazia particolare: ritornare ad una “spiritualità autentica”.
Gli ingredienti sicuramente non mancano: sobrietà, essenzialità, attesa vigilante. Ecco, in Avvento vogliamo cogliere tutta la ricchezza della venuta: essa si riferisce alle due grandi venute quella storica a Betlemme, in una povera grotta e quella futura, escatologica, cioè quella finale. Gesù tante volte è chiamato come: “Colui che è, era, che viene!”.
Tra le due venute non c’è distacco, opposizione, ma una continuità oggettiva della nostra quotidiana preghiera: “Venga il tuo Regno!”.
Quindi Gesù è sempre il “Veniente” nella storia attraverso i gesti sacramentali, la Parola, l’incontro con i sofferenti: sono delle vere venute che ci interpellano e che richiedono la nostra quotidiana attenzione.
Sono due i verbi che in questo periodo di Avvento noi dobbiamo sapientemente coniugare: “venire” e “attendere”. Uno riguarda Gesù e uno riguarda noi, la nostra personale disponibilità ad accoglierlo fra i nostri, nella nostra famiglia umana.
Brevemente possiamo dunque riassumere il cammino della storia in queste quattro tappe significative:
Cristo fu atteso, fu l’ansia di tutti i popoli nell’aspettativa di un “liberatore” che realizzasse tute le promesse dell’umanità: pace, giustizia, verità, gioia, libertà. Cristo venne: qui tutte le promesse di Dio trovano risposta e compimento; “Il Verbo a Betlemme si è fatto carne e a posto la sua dimora fra noi”.
Cristo viene, anche quest’anno in noi perché noi ne assumiamo la statura, le scelte e l’amore per il Regno che si deve dilatare in tutto il mondo, anche con l’opera dei credenti. Ma Gesù viene anche nella Chiesa perché il suo cammino non è ancora pienamente completo, e la Chiesa proprio chiamata ad offrire la pienezza della salvezza.
Entrando nelle case per la benedizione e la visita alle famiglie noi dilatiamo con l’annuncio, la preghiera e la solidarietà, la venuta di questo Regno e diciamo:”Il Regno è qui, in mezzo a voi!”.
Cristo verrà per consegnare questo Regno, che noi stiamo costruendo con Lui e donarlo al Padre: sarà la conclusione della storia. La speranza della sua venuta si fa attesa e l’attesa diventa passione.
Buon Avvento, buona attesa; di chi? Solo di Gesù!
don Mauro