V di PASQUA
Carissimi parrocchiani,
non con le bastonate, ma con la tenerezza. È lo “stile” della nuova evangelizzazione secondo Papa Francesco. E ha come suo testimonial privilegiato la figura di una giovane donna, la quale nella sua “dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è un modello ecclesiale per l’evangelizzazione”.
In più occasioni il Papa ha proposto di tenere presente Maria per capire come fare evangelizzazione oggi, perché guardando a Lei “torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto”.
Ed è significativo che Evangelii Gaudium, l’esortazione post-sinodale dell’assise dedicata proprio alla nuova evangelizzazione, dedichi gli ultimi paragrafi a “Maria, la Madre dell’evangelizzazione”.
Ciò che emerge dalle pagine di quella che può essere considerata la prima Enciclica di Papa Bergoglio è prima di tutto una lettura teologica della figura della Madre del Cristo.
“Con lo Spirito Santo, in mezzo al popolo sta sempre Maria. Lei radunava i discepoli per invocarlo (At.1,14), e così ha reso possibile l’esplosione missionaria che avvenne a Pentecoste. Lei è la Madre della Chiesa evangelizzatrice e senza di Lei non possiamo comprendere pienamente lo spirito della nuova evangelizzazione”.
Le parole del Vangelo di Giovanni con cui dalla croce Gesù dice a Maria: “Donna ecco tuo figlio!”e all’amico amato: “Ecco tua Madre!” (Gv.19,26-27), sono una formula di rivelazione che manifesta il mistero di una speciale missione salvifica. Gesù ci lasciava sua Madre come “Madre nostra”. Ci conduce a Lei perché non vuole che camminiamo senza una Madre e il popolo legge in quell’immagine materna tutti i misteri del Vangelo. Alla Chiesa che si affaccia sui sentieri della nuova evangelizzazione Maria insegna: umiltà, discernimento, premura.
Il mese di Maggio che tra non molto inizieremo suscita nella Chiesa un vero risveglio della devozione mariana e provoca una ripresa della riflessione sulla figura della Vergine Santissima. E sul posto che occupa nella storia della salvezza.
La risposta alla domanda “perché la devozione alla Vergine Maria occupa un posto così importante nella tradizione della Chiesa cattolica?” è semplice ed immediata, perché la devozione deve farsi imitazione!
Maria, infatti, è la prima e la più vera cristiana. La prima, perché per prima ha incontrato, conosciuto e amato Gesù. La più vera, perché Colei che più di tutti assomiglia a Gesù e ha messo in pratica i suoi insegnamenti.
Con noi, imitando Lei, che è, come noi una creatura, possiamo essere sicuri di piacere a Gesù e di Piacere al Padre.
Ecco perché la Chiesa ci invita a contemplare in Maria tutti i prodigi operati da Dio, e a conoscere e ad ammirare le sue virtù meravigliose, per poterle imitare.
Proprio per questo le nostre celebrazioni Eucaristiche e le nostre omelie, nel mese di Maggio, vogliono essere non solo una pia riflessione, ma quasi una catechesi quotidiana, che facendoci conoscere di più la Vergine, ce la fanno amare di più e ci rende più facile e possibile imitarla.
Ci aiuti questa poesia: “Quand’ero ragazzino, mamma mia me diceva: ‘ricordate, fijolo, quanno ti senti veramente solo tu prova a recità ‘n’Ave Maria. L’anima tua da sola spicca er volo e se solleva, come pe maggia”.
Ormai so’ vecchio, er tempo me volato; da un pezzo s’è addormita la vecchietta, ma quer cosijo nun l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo io prego la Madonna Benedetta e l’anima mia da sola pija er volo!” (Trilussa).
Don Mauro