DI LAZZARO ( V di Quaresima )
Come sta andando la Quaresima personale e parrocchiale? Mi auguro davvero per il meglio, poiché Domenica prossima è la Domenica delle Palme e tra due settimane saremo in dirittura d’arrivo: la Pasqua di Risurrezione! Abbiamo rievocato il nostro Battesimo in più occasioni, e rilevato la centralità del crocefisso; ora sostiamo su due “armi” tradizionali che la Chiesa da sempre ci ripete sulla scia del Vangelo di Gesù: il digiuno e la preghiera.
Anche l’ascesi fisica del digiuno fa parte del cammino quaresimale: tutto il nostro essere, anima e corpo, partecipa a riconoscere la grandezza di Dio e la sua amabilità. Troppo spesso noi abbiamo distaccato e separato ciò che doveva sempre unito: l’anima col corpo. E per una serie di considerazioni storiche e filosofiche abbiamo tralasciato e dimenticato che il corpo è in funzione dell’anima e viceversa. Sono fatti per l’insieme, per la reciprocità e la complementarietà.
Occorre che il digiuno sia ripristinato nella nostra vita, nella famiglia, nella Chiesa; certo occorre garantire la sincerità dell’intenzione e la rettitudine nella sua manifestazione.
E qui diventa illuminante la raccomandazione di Gesù: “Quando digiunate, non diventate malinconici come ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano … quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel
segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt. 6,16-18).
La legge del digiuno obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e la sera. La legge dell’astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, a un prudente giudizio, sono da considerarsi particolarmente ricercati e costosi.
Il digiuno e l’astinenza, devono essere osservati il primo venerdì di Quaresima e il venerdì della Passione e morte del Signore nostro Gesù Cristo; è consigliato il Sabato Santo sino alla Veglia Pasquale. L’astinenza deve essere osservata in tutti i singoli venerdì di Quaresima.
Alla legge del digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato; alla legge dell’astinenza chi ha compiuto il 14° anno di età. (Cfr. canoni 1251 e 1253 del codice di diritto canonico).
Anche il corpo dunque partecipa; si priva del lecito cibo per motivazioni religiose: la lode a Dio e l’aiuto ai fratelli. Ci si priva per donare, non per altri motivi pur belli, rispettosi ma che non hanno nulla a che vedere con il senso religioso! Sant’Agostino dava tre verbi come raccomandazione quaresimale “digiunare – pregare – donare”. Vale ancora, per noi, oggi!
L’ultimo “ingrediente” quaresimale l’accenno di sfuggita è la preghiera. Ne rilevo solo alcuni aggettivi; in Quaresima nessun cuore, come un fiore, s’intristisca chiudendosi su se stesso: la sua preghiera sia frequente così che con lo scorrere delle ore si sviluppi un costante dialogo con Dio; devota cioè parta da un cuore umile e fiducioso che sa, essere “umile nelle ore prospere, e fiducioso nei momenti avversi”. Sia anche fervida, cioè alimentata dall’amore che la sostiene, la guida, la conduce al cuore di Dio; sia infine biblica, cioè nutrita della e dalla Parola di Dio che si legge abbondante e con rinnovata intensità in Quaresima. Com’è dunque la mia preghiera? Conosce queste dinamiche interiori? E’ anteposta a ogni scelta personale pur bella e interessante?
La Pasqua ormai prossima non ci intestardisca in altre prospettive, ma ci faccia aperti, pronti a recuperare la convinzione che solo la preghiera ci fa capire, accogliere il disegno di Dio sulla nostra vita.
don Mauro