Carissimi,
oggi la Liturgia ci mostra il vero volto di Gesù e lo scopo della sua venuta tra noi. Egli ha assunto la nostra natura di uomini ed è venuto a condividere il nostro destino fino in fondo per trasformarlo. Al Giordano infatti, il Figlio di Dio, che è senza peccato, si mette in fila con i figli di Adamo, che peccatori hanno bisogno di conversione e purificazione. Al Giordano ancora una volta viene manifestato al mondo per mezzo dello Spirito Santo e inizia così da questo punto della terra, così particolare la sua missione di Salvatore. In questo giorno mi ritornano alla mente ancora con dolcezza la “grazia” avuta nell’ultimo Pellegrinaggio di andare proprio sul luogo autentico del Battesimo di Gesù, portato alla luce da recenti scoperte archeologiche. E’ stata un’emozione pensare di mettere i piedi proprio dove li ha messi Gesù e trovarci dove viveva e predicava Giovanni Battista “a Betania, di là del Giordano”.
Ma anche un’altra grande gioia mi riempie il cuore, il ricordo della visita al monastero di Sant’Antonio Abate, proprio nel cuore del deserto della Tebaide. E’ stato quell’incontro una sorpresa grande e molto commovente. Sapere che sul luogo esatto c’era ancora la “caverna” dove viveva da eremita il grande Antonio, nel cuore del deserto ancora oggi vivono in comunità molto organizzata circa un centinaio di monaci è particolarmente suggestivo. Edificante, poi, è stato l’incontro con uno di questi monaci che vivono in quella comunità. Nel Battesimo del Figlio di Dio viene annunciato, ciò che avviene nel Battesimo dei cristiani: viene proclamata la loro identità di figli di Dio. La festa di oggi ci pone di fronte ad una domanda decisiva: che cosa scegliamo? Vogliamo scegliere la rivelazione di Gesù Cristo? Vogliamo comprendere, accogliere come vera e importante questa rivelazione, per farne il fondamento della nostra vita e del nostro agire? Ci viene offerta ancora una volta l’occasione di capire nuovamente il Cristo, di parlargli. Occasione di poter nuovamente affidarci a Lui e pregarlo.
Il Vangelo di oggi vuole solamente darci una bellissima notizia. Anzi due: la prima è che il gesto che fa Gesù, di accettare di farsi battezzare, significa proprio che Dio è diventato precisamente come noi! Il Battesimo di Gesù significa in modo chiaro, bello, quasi entusiasmante che Dio è diventato uomo, si è incarnato. Guardate che non è una notizia da poco! La seconda notizia è che noi possiamo diventare come Lui. Che cosa desideriamo di più per noi, che essere come Dio? Il Battesimo ha questo potere, ci rende figli di Dio, ci fa entrare tra i familiari di Dio, ci rende divini. Dio diventa come noi perché noi diventiamo come Lui! Carissimi, di ciascuno di noi Dio vuole poter dire come disse quel giorno di Gesù: ”questo è il mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”. Che cosa vorrà dire? Questo è il mio figlio preferito, io vivo in lui e ne sono felice! Il Battesimo non ci rende degli eroi, ma ci aiuta a fare le cose più semplici e naturali, quelle che farebbe Gesù al nostro posto.
In settimana vivremo due momenti particolari: la giornata nazionale per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo religioso ebraico-cristiano (sabato 17 Gennaio) e l’inizio della settimana ecumenica ( dal 18 al 25 Gennaio).
don Mauro