La festa dell’Epifania con la visita dei Re Magi al Bambino Gesù ci ricorda la dimensione universale del Natale di Cristo che è Signore di tutti gli uomini ed è venuto per “attrarre tutti a sé”. La ricerca di Cristo non è assolutamente agevole, ma appassiona. Va percorsa in compagnia, mai da soli. Con la Chiesa e nella Chiesa. Non per nulla Matteo parla di “alcuni Magi”. È una ricerca non facile perché ti scomoda, ti mette su strade polverose, impervie di pericoli, dove il sole picchia e il freddo notturno ti limano il carattere e la volontà. È una strada che, iniziato a percorrerla, ti affatica, ma non è possibile interromperla senza una delusione e una frustrazione amara. Va percorsa nella carità esplicita: ricordiamo tutti il cammino del quarto magio, che, seguendo il cuore, si era attardato troppo a lungo sulla strada per aiutare i poveri, consolare i bisognosi, portare soccorso…
Al suo arrivo Cristo era già in cammino verso l’Egitto. Eppure nel cuore portava la risposta: Cristo non era solo là a Betlemme, ma nei volti dei suoi mille incontri. I Magi prima ancora di incontrarsi faccia a faccia con Gesù sono invasi dalla gioia.
A Gerusalemme i responsabili si spaventano, sono terrorizzati dall’annuncio-ricerca, ma i Magi, vedendo i segni di Dio, provano l’unico sentimento di pienezza, una gioia, un’allegria che mette le ali al loro cammino. Accogliere i segni è lasciarci sorprendere da Dio, è aprirci alla gioia più squisita, è battere nel tempo la fatica, gli scoraggiamenti, l’incertezza, la paura… di non giungere alla meta. Cristo ti dà il surplus di doni e di forza, ti precede illuminando l’intelligenza per riconoscerlo, accoglierlo, assimilarlo alla tua vita. O meglio, lasciare a Lui di assimilarti a sé perché questa è la vera pienezza, la gioia sperimentata dai Magi, da Maria, da Elisabetta… dagli Apostoli dopo la Risurrezione.
È la gioia che il cristianesimo non può far venire meno all’umanità senza impoverirla, defraudarla. Cristo manifestandosi (Epifania), si dona! Ecco la gioia, una gioia che deve essere immediatamente alimentata nel dono ai fratelli: “Fecero ritorno al loro paese”. Tornare alla vita quotidiana senza portare con noi i risultati dell’incontro con Cristo è vivere nella notte. Tutto di questa festa parla di luce, di fulgore: è un grande inno alla luce a Cristo-luce.
Lasciamoci abbronzare da Lui, prendiamo luce dalla sua luce per donarla, diffonderla nei cuori. Vedere Gesù è essere raggianti!
Lo sono i Magi, lo dobbiamo essere noi dopo ogni incontro con Lui: che esso sia l’Eucaristia, la Parola, l’Amore o la Preghiera. Raggianti, esplosivi di gioia! Sono i doni che palpitano nel nostro cuore aderendo a Cristo, che prendono corpo quando la nostra vita diventa epifania, manifestazione di Lui e della potenza del suo amore.
don Mauro
20190107