In Avvento, oggi iniziamo la terza settimana di questo tempo propizio, Gesù ci chiede di “stare attenti”, di prendere coscienza di noi stessi, di vigilare: in altre parole di vivere da svegli. L’atteggiamento è quello delle sentinelle, che stanno in piedi scrutando l’orizzonte.
Questo appello del Signore ci pone una domanda:
in questo momento della vita mi sento sveglio o addormentato?
C’è un’attesa che mi tiene attento o sono appesantito, schiacciato sull'oggi?
Vivo il mio tempo lasciandolo passare, senza pensare? Ecco la domanda di fondo dell’Avvento!
Il Vangelo di Luca (cfr. Lc. 21, 25-28.34-36) è ancora più concreto: parla di ciò che appesantisce la nostra vita e di quanto ci aiuta a vivere da svegli. Tre cose si appoggiano come un peso opprimente sul cuore soffocandoci: dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita.
Sono tre modi per dire che noi ci appesantiamo quando non siamo più capaci di lasciare uno spazio vuoto, quando viviamo il bisogno ossessivo di riempire; oppure quando ci stordiamo, come da ubriachi, dove uno pensa di stare meglio perché perde lucidità; infine quando la nostra testa è completamente occupata dalle piccole cose do tutti i giorni e l’orizzonte si restringe sempre più.
L’alternativa è la preghiera: “Vigilate pregando!”. Perché la preghiera?
Qui non si tratta di “dire preghiere”, vi è qualcosa di più profondo. La preghiera è pensare alla direzione della propria vita, lasciare uno spazio in cui ognuno può fare unità con sé, davanti al Signore. La preghiera, se fatta con verità, diviene luogo per la presenza intima di Dio, il quale parla nel nostro cuore e ci chiama.
Questa preghiera dà forza, permette di avere la testa alta per guardare più avanti, di coltivare speranza e senso. E si oppone a tutto ciò che invece ci schiaccia sulle cose di oggi, facendoci addormentare. E’ grazie alla preghiera che noi possiamo vivere gli stravolgimenti della vita e del mondo senza morire di paura.
Chiediamo al Signore di vivere questo tempo propizio da “svegli”, facendogli spazio e non lasciandoci appesantire il cuore.
don Mauro
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