La Domenica delle Palme, che precede la Domenica di Pasqua, dà inizio alla Settimana Santa, cioè alla Settimana Autentica! In questo giorno ricordiamo il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme, in sella ad un asino e osannato dalla folla che stende a terra dei mantelli per rendergli onore e lo saluta festosamente, agitando rami di palma e ulivo.
La Liturgia ha inizio sul sagrato della Chiesa dove il sacerdote benedice i rami di ulivo e quindi dà inizio alla processione fin al luogo dove viene poi celebrata l’Eucaristia.
Gesù ha sempre detto: “Io sono il principe della pace. Io vi do la mia pace”. C’è allora una domanda, una grossa domanda che ci poniamo anche noi oggi: merita la nostra fiducia, ma tutta la nostra fiducia, Gesù? E’ Lui la pace che cerchiamo?
Gesù non si lascia montare la testa dal trionfo che gli tributa la povera gente di allora; ha davanti agli occhi il prezzo che pagherà per amare, per dare la pace: la passione e morte sul Calvario.
Sa solo che questo amore, donato fino all'ultima goccia di sangue, è l’unica via che può sconfiggere il male, fino a diventare vittoria e no per una sola volta, per un periodo della storia, per un solo uomo; ma per tutti gli uomini e per sempre! L’amore è la sola forma di vita che si possa offrire all'uomo. Sempre. Forse l’amore, a volte, diventa sacrificio, come quello di Gesù sulla croce: ma è sempre un dare vita che fa germogliare vita. Noi oggi siamo vivi della risurrezione di Gesù.
Gesù sapeva, mentre viaggiava tra due ali di gente in festa, quello a cui andava incontro. Lo attendeva il tradimento di Giuda, la fuga dei discepoli, la solitudine della sua sofferenza, tutta la variegata sequela dei maltrattamenti, fino alla morte in Croce. Il suo era un offrirsi, senza opposizione, alla violenza per sconfiggerla. Per questo ci possiamo affidare a Lui, che si offre come nostra pace. Ma dobbiamo fare il cammino di penitenza e conversione, con Lui. Dobbiamo salire sulla sua croce per conoscere la risurrezione. Sulla croce dobbiamo mettere tutto ciò che è male in noi, senza alcuna resistenza o scusa. Se vogliamo la gioia dobbiamo pure avere il coraggio di crocifiggere ciò che ci fa soffrire.
Anche noi, ben volentieri, oggi, ci accodiamo al corteo in festa nell’accogliere Gesù. Anche noi agitiamo le nostre palme e i nostri ulivi, agitiamo la nostra nostalgia di pace. Poi ci faremo condurre per mano di Gesù nel suo cammino di amore, amore che si fa sacrificio, dono, pace: il Giovedì Santo, Amore che si fa Eucarestia, forma e centro della nostra vita cristiana: l’Amore grande insegnamento da cui prende volto ciò che siamo; l’Amore un pane fatto a pezzi perché nessuno resti senza affetto; l’Amore: che si fa servizio, quel mettersi il grembiule davanti agli altri sempre, qualunque cosa siamo chiamati a fare, ovunque.
Il Venerdì Santo, l’Amore che si fa supremo dono: “non c’è amore più grande di quello che dà la vita”. E la Pasqua che è partecipazione alla Risurrezione, alla vita con Dio per sempre.
don Mauro
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