Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
Parrocchia Santuario Madonna in Campagna, Viale Milano 38 . Piazzale don Luigi Cassani, GALLARATE, VA
Parrocchia Santi Nazaro e Celso – Arnate, Piazza L.Zaro 2 – Via San Nazaro 4, GALLARATE, VA

AVVISI - 9 MARZO 2025

QUALE TENTAZIONE?

Fissiamo lo sguardo sul crocefisso che abbiamo in santuario: “E’ un chiaro esempio dove il ‘Christus Patiens’ é colto nella dolorosa serenità dell’Uomo-Dio ormai consegnatosi completamente al Padre. Il corpo è anatomicamente perfetto, scolpito con potente tensione, il risalto dato alle ferite aiuta il fedele nella contemplazione. L’artista, di grande perizia, è sconosciuto. L’opera, prima metà del XVII secolo, arriva dal Convento delle Clarisse di Milano, soppresso alla fine del ‘700, e donato al Santuario da un fedele nel 1802. L’altare venne realizzato per ospitarlo”. (Commento di Fabio Rossi. La foto è di Francesco Rossi.
Notiamo le gambe, il peso del corpo che grava sul chiodo conficcato nei piedi. Questo realismo anatomico sottolinea l’umanità di Gesù. Ci introduce al famoso brano delle tentazioni.

A “scaraventare” Gesù nel deserto è lo Spirito Santo.
Lo Spirito non tenta Gesù, ma di fatto lo mette nelle mani di Satana.
Se “tentare” è opera del demonio, esporre al pericolo il Figlio è la conseguenza accettata di un Dio che ci ama: è Lui che espone Gesù al male perché venga vinto. E Gesù accetta: non vive in una campana di vetro, con la paura di essere toccato dal male, dal peccato, dalla morte.
Anzi: è mai possibile crescere veramente da uomini liberi senza lottare per il bene e la giustizia?
Gli psicologi sono preoccupati per i nostri bambini a cui tutto è con-cesso: subito e senza fatica! Questo non permette loro di allenarsi alla fatica, alla pazienza, alla frustrazione.
Ci si illude così che gli altri rispondano sempre ai nostri desideri.
Ci si illude di essere forti, sempre all’altezza delle situazioni !
In realtà non si sanno affrontare le delusioni, i “no” della vita, che riceviamo: dalla compagna, dai figli, dal mondo del lavoro, dalla malattia, da come vanno le cose.
Ci si scoraggia subito. Si è fragili. Ci si arrabbia. Si diventa violenti.
La vita dura ci mette alla prova, ci rende affidabili: quando salgo su un aereo sono contento se il pilota è una persona “provata”. Se compro un oggetto vorrei che fosse “testato”.

La Bibbia dice che Dio che ci mette alla prova per vedere se la superiamo? No. Anche questo è un modo di dire.
Dio non ha bisogno di conferme. Siamo noi che ne abbiamo bisogno.
Solo camminando nella prova abbiamo coscienza di chi siamo e conosciamo veramente noi stessi. Le prove della vita, come quella di scuola, ci costruiscono. Lo sappiamo: non tutte le prove risultano positive. Alcune hanno provocato effetti negativi in noi, cattivi insegnanti o persone malvagie, ci hanno sminuito, umiliato, ferito. Ma altre ci hanno incoraggiato, valorizzato. Un esame superato può essere un’occasione positiva. Ci rende più forti.
Preghiamo allora così: «Padre evita, se vuoi, ai miei cari ed a me, le prove più dolorose e difficili della vita… Ma se questo non è possibile, non lasciarci soli, ma aiutaci a superarle ».

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