Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
Parrocchia Santuario Madonna in Campagna, Viale Milano 38 . Piazzale don Luigi Cassani, GALLARATE, VA
Parrocchia Santi Nazaro e Celso – Arnate, Piazza L.Zaro 2 – Via San Nazaro 4, GALLARATE, VA

AVVISI - 6 FEBBRAIO 2022

“CUSTODIRE OGNI VITA"

Questa domenica in tutta Italia si celebra la Giornata per la vita. Ma il nostro popolo italiano ama la vita? A giudicare superficialmente da alcuni fatti sembrerebbe di no: basta ascoltare qualsiasi telegiornale o leggere qualsiasi quotidiano per accorgersi quanta vada diminuendo l’amore e il rispetto per la vita; ad ogni età, in ogni condizione e situazione.
Lasciamoci guidare nella riflessione dai nostri Vescovi Italiani che al riguardo hanno intuizioni profonde e analisi lucidissime: ma chi li ascolta?
Chi vi ubbidisce?
Il tema del Messaggio per la quarantaquattresima Giornata Nazionale per la Vita è molto impegnativo: “Custodire ogni vita” e si avvale dell’icona biblica di Gen 2,15: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”. Il Messaggio parte dalla rinnovata consapevolezza che la vita ha bisogno di essere custodita.
Citando Papa Francesco, Omelia del 20 ottobre 2020 la Conferenza Episcopale Italiana ci richiama: “La lezione della recente pandemia, se vogliamo essere onesti, è la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme”.

Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita dal male, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione. Tutto questo è vero per tutti, ci ricorda il messaggio, ma in maniera particolare per le categorie più deboli: nuove generazioni e anziani.
A fronte di questa situazione papa Francesco ci ha offerto San Giuseppe come modello di coloro che si impegnano nel custodire la vita: “Tutti possono trovare il San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà”. (Patris Corde).

Il Messaggio ci ricorda poi le moltissime persone che si sono impegnate a custodire la vita sin dai primi giorni della pandemia, alcuni pagandone un prezzo molto alto, ma ci ricorda che non sono mancate, tuttavia, manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà, e da una distorta concezione dei diritti.
Anche la riaffermazione del “diritto all’aborto” e la prospettiva di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente vanno nella medesima direzione. Ecco che diventa “necessario ribadire che non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire, ma il prevalere di una concezione antropologica e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali” (Card. G. Bassetti).
Il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione. La risposta che ogni vita fragile
Come comunità cristiana facciamo continuamente l’esperienza che quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza.

Riascoltiamo e facciamo nostre le parole di papa Francesco (omelia del 19 marzo 2013):
Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!
La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo.
E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene”.
Facciamo nostro l’invito che ci viene da questo Messaggio per la Vita, e accogliamo la sua stimolante conclusione: non sottrarsi a questo compito imboccando ipocrite scorciatoie, ma impegnamoci sempre più seriamente a custodire ogni vita.
Solo così potremo affermare che la lezione della pandemia non sarà andata sprecata.

don Mauro

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