La Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria è l’invito a tutti i cristiani a guardare a Maria come esempio di vita, come l’esempio di vita di ogni discepolo che si mette alla sequela di Gesù. Lei chiamata a essere santa e immacolata, invita anche noi a essere santi e immacolati a gloria di Dio. E’ bello e significativo che l’Azione Cattolica (AC) rinnovi in questa solennità la propria scelta: ragazzi, giovani e adulti che si associano per dedicarsi insieme da laici, alla missione della Chiesa.
Il Sinodo minore ambrosiano “Chiesa dalle genti” ci ha interrogato e sfidato: come viviamo le relazioni, come abitiamo i cambiamenti, come ci rigeneriamo attraverso l’incontro e la contaminazione con nuove esperienze e visioni del mondo? Ci ha invitato a correggere lo stile pastorale: non basta “fare per”, ma occorre “fare con”, imparando a “essere insieme” stimolandoci a vicenda. In sintesi, il cammino sinodale ha incitato i fedeli ambrosiani a vivere in modo maggiormente convinto e testimoniare lo stile dell’incontro e delle relazioni. E qui entra in gioco l’Azione Cattolica: cari soci, ritengo che voi siate un “buon vicinato”.
Quando un parroco o un vescovo cerca persone affidabili trova in donne e uomini formati secondo le scelte pastorali della Diocesi non solo collaboratori, ma giovani adulti corresponsabili. La comunione con i pastori ogni persona o gruppo veramente cristiano l’accetta come presupposto, ma uomini e donne di Azione Cattolica se lo propongono come compito specifico. “Quelli” di AC non solo “sanno di Chiesa”, ma creano legami, suscitano collaborazioni. Nei diversi organismi e servizi pastorali donne e uomini di AC aiutano a custodire il “senso della Chiesa”, ma sanno accettare anche la mortificazione pur di non rompere la comunione. Nelle realtà ecclesiali sul territorio donne e uomini di AC non si stancano di proporre la lectio divina e cammini di formazione non solo “per addetti ai lavori”, ma di discernimento spirituale e culturale per “rendere ragione con dolcezza e rispetto” della speranza che ci guida. Negli ambiti della cultura e della politica, spesso in minoranza, resistono e rilanciano, in modo responsabile e aggiornato, la ricerca del bene comune.
Ecco allora che potremmo motivare il perché dell’adesione: è frutto di una proposta che fa “innamorare”; è frutto di una proposta “intelligente”.
Illuminanti le parole di Eugenio Zucchetti, uno dei presidenti, che così scriveva:
“A me sembra che quello dell’evangelizzazione sia oggi un problema di persone, non di strumenti, un problema cioè di cristiani adulti che fanno sintesi tra fede e vita quotidiana e che, in quanto vivono la radicalità evangelica, diventano per ciò stesso contagiosi e capaci di animare cristianamente la società in cui vivono... Quello della Chiesa oggi non è un problema di metodologie ma è un problema di qualità cristiana dei battezzati.L’icona è la Chiesa degli Apostoli: una chiesa che si fonda su “dodici” discepoli e testimoni; la meta della trasformazione è la costruzione di una Chiesa lieta, leggera, coraggiosa, anima della società. Ciò significa innanzitutto una Chiesa di persone non lamentose, non schiacciate dalla complessità né rassegnate e impotenti di fronte ad essa, ma piuttosto serene e liete... Una Chiesa che promuove la crescita di una autentica corresponsabilità dei cristiani laici, la quale richiede la valorizzazione dei doni diversi di cui va custodita l’alterità e che quindi non teme e non frena, ma anzi stimola quella soggettività e relativa autonomia dei laici, le quali sono ricchezza di interlocuzione e di scambio.
Essere adulti nella fede significa essere corresponsabili, spingendosi fino a farsi carico della fede degli altri”. Sempre nei testi di Eugenio Zucchetti emerge il “segreto” che sostiene la speranza del cristiano che esprime così: ripartire da Dio e lasciarsi interrogare da Lui.
Nella proposta pastorale di quest’anno l’Arcivescovo Mario ricordando la duplice dinamica che esprime la missione ha riconosciuto e incoraggiato l’apostolato laicale dell’Azione Cattolica: “Fedeli cristiani che in modo associato sono soggetti di pastorale e scelgono di servire insieme e in modo stabile la Chiesa locale. A partire da un legame strettissimo con il Vescovo curano la formazione dei laici perché ogni battezzato possa arrivare a quella sintesi personale tra Vangelo e vita e dare così testimonianza come Chiesa alla bellezza e alla forza liberante del Vangelo. Invito le comunità cristiane a riscoprire questa particolare vocazione laicale nella Chiesa, a favorire la conoscenza dell’Azione Cattolica attraverso la partecipazione alle sue attività formative, a sostenere le persone perché possano corrispondere a questa vocazione per il bene della Chiesa locale e per a sua missione in tutti gli ambiti di vita”.
Mi unisco nella riconoscenza e nella preghiera.
Il vostro parroco don Mauro