Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
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AVVISI - 5 FEBBRAIO 2023

DIO E LE PENTOLE

Febbraio: quando la “normalità” del quotidiano, dopo le feste natalizie, ci riagguanta quasi come un morso e tutto sembra scorrere via in giorni apparentemente uguali dove a volte sembra vincere il grigio... nelle relazioni, negli affetti, nei sogni, nella preghiera, nella celebrazione della Messa.

Un primo suggerimento ce lo regala Anselm Grun, teologo e monaco benedettino che ha scritto così nel suo interessante libro “Terapia dei pensieri”.
“I pensieri esercitano un influsso significativo sulla nostra mente, sulla nostra disposizione d’animo e sulle nostre azioni... I primi pensieri che si hanno al momento del risveglio ci influenzano tutta la giornata... I pensieri negativi mi sottraggono l’energia, mi fanno vedere la giornata attraverso degli occhiali scuri. Se ci osserviamo attentamente, scopriamo che viviamo costantemente di alcune frasi che ci ripetiamo o che, in determinate situazioni, ci passano autenticamente per la testa... Non è privo di importanza quali frasi ci ripetiamo. Alcune ci bloccano, ci tengono prigionieri del cattivo umore, dell’autocommiserazione e della rabbia. Altre ci donano forza, coraggio, slancio interiore, disponibilità ad affrontare situazioni difficili. Di solito è una frase della Bibbia quella che i monaci hanno pronta come antidoto... Ognuno di noi dovrebbe esaminare la Bibbia alla ricerca di simili parole di salvezza...”.
Grun afferma che chi vuole operare dei seri cambiamenti nella propria vita deve avere il coraggio di andare alla radice dei propri pensieri, dei propri stati d’animo. Come già facevano gli antichi padri del deserto: è alla loro sapienza che attinge per la sua terapia dei pensieri. Quella dei monaci non è una tecnica magica a buon mercato. Loro non si fermano a ripetere parole, agiscono in base a quelle parole. Ci scommettono con audacia, fiduciosi. Perché le nostre parole, i nostri pensieri sono la nostra vita o sono la nostra malattia. Occorre far nascere in noi pensieri che ci risanino, che ci aprano a Dio e ci conducano alla nostra autentica natura. E il nostro quotidiano si illuminerà e si aprirà a nuove prospettive, finalmente positive.

Un altro suggerimento sta nella splendida intuizione di santa Teresa d’Avila che, rivolgendosi alle altre suore, aveva detto: “Sorelle ricordatevi, Dio va fra le pentole, in cucina!”. Dio non è lontano. Il nostro è un Dio che ci dice: Io sono. Io sono qui. Io sono qui con te. Io ti abito. Io sono qui per te. Ti custodisco come pupilla degli occhi. Ti prendo per mano. Non temere. Non lasciarti cadere le braccia. Cammina. Io ti porto. Non lasciarti schiacciare dal fardello del passato e del presente, dalla paura del futuro. Vivi il presente e sentilo come il luogo della mia presenza e il luogo della tua libertà.

“Non temere perché io sono con te; non smarrirti perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e ti vengo in aiuto. Io sono il Signore tuo Dio, che ti tengo per la destra e ti dico ‘Non temere!’ Non temere perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Tu sei prezioso ai miei occhi”. (da Isaia cap. 41 e 43)

“Non temere” nella Bibbia questa espressione è presente 365 volte... una per ogni giorno dell’anno! E il nostro quotidiano si illuminerà perché abitato e sorretto dalla presenza di Dio e del suo Spirito.

Quando c’è un dolore, quando c’è una festa, le nostre porte si aprono alla condivisione, senza timore, nel desiderio di un abbraccio, di una stretta di mano, di un sorriso, di un aiuto... Che meraviglia se le nostre case, la nostra vita fosse così anche nella normalità del quotidiano! La vita è così bella quando è tessuta da mani che si stringono, da mani strette le une nelle altre. Già nelle prime pagine della Bibbia stava scritto il sogno di Dio su di noi: “Non è bene che l’uomo sia solo”. Un sogno che può essere reso reale percorrendo la strada per diventare uomini adulti cos’ descritta da Erik Erikson: “Esiste un solo tipo di uomo, veramente adulto: è la persona che ha cura di sé, dell’altro e dell’ambiente; in una parola: l’uomo solidale”.

Aldo Capitini, un poeta partigiano, ha scritto questo splendido verso: “Nasco ogni volta che dico tu... Nasciamo, rinasciamo ogni volta che ci prendiamo cura dell’altro, che amiamo e ci lasciamo amare dall’altro. Perché se è vero che nessuno è così legato come chi ama, è altrettanto vero che nessuno è così libero e felice come chi ama. Ogni giorno dovremmo chiederci: Per chi sono tutti i nostri passi e gli affanni di questa giornata? Per chi vivo? Si può vivere solo per qualcuno. Ad ogni passo, oggi, ripeti il suo nome. E ripeti il nome di Dio, Padre, il nome che contiene tutti gli altri nomi. Avrai una giornata più ‘leggera’.

don Mauro

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