TUTTO PUO' CAMBIARE... MA CON GESU'
Lo slogan dell'anno oratoriano ci invita ad uno sguardo attento sui nostri ragazzi e giovani. Accanto a tanti mondi positivi che i nostri figli vivono ed attraversano con passione, pensiamo alle diverse realtà sportive, di volontariato o aggregative, ma anche al mondo della scuola o lavorativo che spesso diventano ambiti di realizzazione di sé e di crescita, non mancano però in molti giovani segni di disagio e di fragilità che ci interrogano.Paolo Crepet, psicologo, di fronte ai fatti di Parma (di quella ragazza e delle sue gravidanze) si domanda: “In due anni e mezzo di frequentazione con il fidanzato, di cosa avete parlato? Quali sono stati gli argomenti delle vostre cene, delle vostre serate, delle vostre passeggiate? E i rapporti con la tua famiglia ? C’era dialogo ? Io da ragazzo se fossi stato muto a cena, a casa dei miei genitori, mi avrebbero detto subito:“ Che cosa hai?” Sai bene ? “ Non era possibile finire la cena senza quella domanda. Domanda magari detestata da me adolescente che desideravo avere i miei misteri. Ma domanda necessaria da parte di genitori avveduti: fa parte dell’educazione alla civiltà quello di preoccuparsi dell’altro. Quello di dire alla figlia: “Sei felice con il tuo ragazzo? Che progetti avete?”Invece mi sembra che si vivano realtà importanti della vita con assoluta, totale, indifferenza. Noi siamo in una società di indifferenti, di persone che vivono come in una monade. Siamo tutti collegati, ma siamo tutti soli”.Il cortile dell’oratorio, il suo spazio, le attività proposte, la cu-ra dei piccoli, l’educazione alla preghiera, sono medicine potenti contro l’indifferenza. L’incontrare persone, proposte, situazioni diverse, sono occasioni per non chiudersi, per non vivere da isolati, da monadi. “Monade” significa uno, solo, isolato, autosufficiente. Certo, ognuno di noi ha la sua storia, la sua personalità, il suo percorso. Ma sempre intrecciato con quello degli altri. Siamo sempre in relazione, anzi, è l’apertura, l’amore che ci salva. E’ lo stupore e l’apertura fiduciosa al mistero della vita, che spesso non coincide con i nostri progetti. Questo insegna la comunità cristiana. Questo insegna Gesù.Buona festa dell’oratorio ! Il parroco.
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