COMUNIONE CON IL CORPO E SANGUE DI CRISTO
Ringrazio Dio e Voi per la stupenda manifestazione di fede che insieme abbiamo vissuto lo scorso 12 Settembre in occasione del “Voto”. Ben 1500 persone hanno pregato intensamente per ottenere che l’intercessione di Maria guardi e sostenga la realizzazione di quell'opera caritativa e l’avvalori con la sua vicinanza affettuosa.
Da Domenica scorsa e per altre tre domeniche celebreremo le prime Comunioni dei nostri ragazzi. E’ sempre una grande gioia ammettere alla Mensa del Signore dei nuovi ragazzi.
E’ un momento questo che ci deve vedere tutti consapevolmente coinvolti, perché non è un evento che riguarda solo i ragazzi e le loro famiglie, ma è un “evento di Chiesa” che ci riguarda tutti.
Quest’Anno sono interessati 87 ragazzi con le loro rispettive Famiglie; accompagnandoli con la preghiera perché sappiano accogliere degnamente “un dono” così meraviglioso e grande. Da anni ormai assisto al miracolo che l’Eucaristia provoca all'interno delle famiglie dei “comunicandi”, e vi assicuro che a me questo, come sacerdote, fa’ del gran bene.
Ragazzi e ragazze che conducono per mano i loro Genitori e per la forza “attrattiva” portano i loro papà e mamme a rivivere l’incontro con Gesù, li stimolano con la testimonianza a ridare spazio a Gesù nel loro quotidiano. Grazie, cari comunicandi! Ogni anno si ripete: Genitori si sentono in dovere di ringraziare i propri Figli perché accompagnandoli e seguendoli nel loro cammino di fede, riscoprono Gesù e il suo messaggio nella loro vita di “adulti”.
“Colui che mangia di me vivrà per me”. (Gv. 6,57) Potremmo riassumerlo così questo miracolo. Significa che chi mangia il corpo di Cristo vive “da” lui, cioè a causa di lui, in forza della vita che proviene da lui, e vive “in vista di” lui, cioè per la sua gloria, il suo amore, il suo Regno.
Come Gesù vive del Padre e per il Padre così, comunicandoci al santo mistero del suo corpo e del suo sangue, noi viviamo di Gesù e per Gesù.
Nell’Eucaristia non c’è dunque solo comunione tra Cristo e noi, ma anche assimilazione; la comunione non è solo unione di due corpi, di due menti, di due volontà, ma è assimilazione all’unico corpo, l’unica mente e volontà di Cristo. “Chi si unisce al Signore forma con lui un solo Spirito” (1 Cor 6,17).
Applicato all'Eucaristia questo significa che la carne incorruttibile e datrice di vita del Verbo incarnato diventa “mia”, ma anche la mia carne, la mia umanità, diventa di Cristo, è fatta propria da lui. Nell'Eucaristia noi riceviamo il corpo e il sangue di Cristo, ma anche Cristo “riceve” il nostro corpo e il nostro sangue!
Quale inesauribile motivo di stupore e di consolazione al pensiero che la nostra umanità diventa l’umanità di Cristo! Ma anche quale responsabilità da tutto ciò!
Dare a Gesù le nostre cose – fatiche, dolori, fallimenti e peccati – è però solo il primo atto. Dal dare si deve passare subito, nella comunione, al ricevere. Ricevere nientemeno che la santità di Cristo! La prima esigenza, è che alla comunione eucaristica con Cristo segua la comunione con il suo corpo mistico che è la Chiesa, concretamente il nostro prossimo. Sì, l’Eucaristia è sempre comunione con Cristo e comunione tra di noi.
Non c’è nessuno che, volendo, non possa durante la settimana compiere uno di quei gesti di cui Gesù dice: “lo avete fatto a me”.
Condividere non significa semplicemente “dare qualcosa” – pane, vestito, ospitalità; significa anche visitare qualcuno – un prigioniero, un malato, un anziano solo. Non è dare solo del proprio denaro, ma anche del proprio tempo.
Il povero e il sofferente hanno bisogno di solidarietà e di amore, non meno che di pane e vestito. Gesù ha detto: “I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”.(Mt. 26,11).
Ogni volta che incontriamo qualcuno che soffre, se stiamo attenti, udremo, con gli occhi della fede, la parola di Cristo: “Questo è il mio corpo!”.
Il vostro parroco, don Mauro