Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
Parrocchia Santuario Madonna in Campagna, Viale Milano 38 . Piazzale don Luigi Cassani, GALLARATE, VA
Parrocchia Santi Nazaro e Celso – Arnate, Piazza L.Zaro 2 – Via San Nazaro 4, GALLARATE, VA

AVVISI - 26 MARZO 2023

ABBRACCIATI A DIO E ALLA COMUNITÀ

“Il compito dei credenti è di tenere accesa, per il bene di tutti, la semplice fiamma della vita evangelica. Forse più nessuno si aspetta seriamente qualcosa dalla Chiesa. Eppure tutte le volte che essa restituisce ossigeno alla fiamma del Vangelo qualcuno alza lo sguardo. La Chiesa torna ad essere degna dello sguardo umano quando offre il suo disarmante e gratuito chiarore. Ovunque essa sia”. (Giuliano Zanchi. L’arte di accendere la luce)
“C’è un solo aiuto per il nostro tempo, tanto segnato dall’impotenza, dalla debolezza e dalla mancanza di una patria: tornare alla Chiesa, cioè colà dove gli uomini si sostengono l’un l’altro nell’amore, dove l’uno vive la vita dell’altro nell’amore, dove uno vive la vita dell’altro, dove c’è comunione in Dio, dove c’è la patria perché c’è l’amore”. (Dietrich Bonhoeffer).
Questo è il cristiano: uno che appartiene a Dio e al popolo di Dio, uno che sta abbracciato a Dio e alla comunità. Ci può aiutare a fare nostra questa certezza il quadro di Picasso “La ronde de l’amitiè”. Nel quadro è descritto un girotondo di persone che sembrano danzare, quasi volare, felici, lanciando fiori. Si guardano fra loro e guardano oltre, più in alto. Il loro non è un cerchio chiuso: c’è un sole che sta in mezzo a loro. È un sole con al centro una colomba che richiama fortemente lo Spirito Santo, la fonte della loro danza, della loro gioia, della loro leggerezza. Saper danzare la vita, saper spargere bellezza, saper stringere le mani degli altri e far entrare dentro le scelte della vita il Sole dello Spirito di Dio, della Trinità... questo è il cristiano, questa è la Chiesa!
“Senza la domenica non possiamo vivere” dicevano i primi cristiani, anche a rischio e costo della vita. Questa affermazione, questo “urlo”, questo “segreto” arriva fino a noi con tutta la sua freschezza e la sua potenza, la sua gioia e il suo splendore che nascono dalla pienezza del cuore e della vita, di una fede nel Risorto celebrata, vissuta, testimoniata.
“Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi”, dice Gesù prima dell’Ultima Cena. Se fosse anche per noi la stessa esperienza, lo stesso desiderio! Sarebbe il vero colpo d’ala. Non essere a Messa perché è obbligatorio, perché è un appuntamento dovuto, imposto dal calendario, dal precetto, ma un appuntamento ardentemente desiderato perché c’è Lui! L’Eucaristia domenicale, la Cena del Signore, è il giorno del Signore risorto, è la Pasqua settimanale che ci crea e ci fa capaci di restare cristiani, è un mirabile incontro, un mirabile legame, è gustare la presenza del Signore risorto da cui nasce la nostra fraternità e la nostra missione... “Fate questo in memoria di Me ...”.Tutto parte da qui, dalla Messa dove si impara a diventare discepoli , a diventare la Chiesa dei liberi legami, a dare del tu a Dio, a chiamare ogni persona col nome di fratello. Thomas Merton diceva: “Se avete paura dell’amore non celebrate mai la Messa. Se avete paura della gente non celebrate mai la messa. Se celebrate la Messa condannate la vostra anima al tormento dell’amore”, perché l’Eucaristia è estasi e tormento per l’incredibile vicinanza del Risorto, per l’abissale distanza della nostra risposta, per l’esigente “consegna” che ci viene affidata. “Lei: la Parola. Lui: Gesù Cristo. ‘Mangia il Vangelo’, dicevano i monaci, ‘impara da Dio chi è Dio ... Guarda a Lei per conoscere Lui. Ascolta Lei per conoscere Lui.
Accogli Lei per amare Lui. Ascolta Lei per seguire Lui. Fatti illuminare da Lei per scorgere Lui. Lasciati dissetare da Lei per lasciarti inquietare da Lui. Fidati di Lei per affidarti a Lui. Lei: Parola di Dio, parola di vita eterna. Lui: Fidati di Lei per affidarti a Lui. Lei: Parola di Dio, parola di vita eterna. Lui: Parola di Dio fatta Figlio, fatta volto. Lei, Lui: intrecciati per sempre. Nella storia dell’amore di Dio per noi, nella storia della Chiesa, dei cristiani, nella nostra storia”.
Leggere la Bibbia è imparare a conoscere il cuore di Dio attraverso le sue parole. Occorre che la Parola di Dio diventi la nostra lingua materna, ispiri il nostro cuore, abiti dentro di noi, nutra la nostra esistenza, diventi il cuore stesso della nostra vita. Leggere ogni giorno una pagina biblica è come far entrare dentro di noi la luce, la forza, la consolazione, la certezza, il perdono, la speranza di Dio. Ogni pagina va’ dritta al cuore, mette in crisi il nostro buon senso, cerca di spazzar via le nostre durezze, i nostri pregiudizi, compie il miracolo della trasformazione del cuore ... da un cuore di pietra a un cuore di carne. Come davanti a una sposa guardi incantato, ti senti capito, amato e insieme “nudo”, indifeso, spesso le lacrime ti riempiono gli occhi, lacrime di gioia, lacrime per non saper amare abbastanza.
Provocatoriamente mons. Tonino Bello aveva scritto: “La nostra fede non ha molta polvere sulle scarpe, non sa di polvere, non ha profumi di strada, non ha sapori di piazza, non ha odori di condomini. Ha solo il profumo dell’incenso delle nostre Chiese”.
Poi è arrivato un “ciclone” ... papa Francesco, con il suo sogno, con la sua rivoluzione della tenerezza contro le “dogane pastorali” che ci invita ogni giorno a uscire, preferendo una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura. Il mio sogno è che sempre più siano numerosi i cristiani della nostra Comunità pastorale che escano dal tempio, capaci di rendere abitabile la nostra città e la nostra casa comune che è il mondo. Uscire dal tempio chiede audacia, genialità, ma anche ricerca, ascolto, dialogo, sensibilità, pazienza, umiltà, misericordia. È lo stile che ci ha insegnato con forza profetica il Concilio Vaticano II e che papa Francesco ha reso nuovamente vivo, reale, affascinante e sorprendente.

don Mauro

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