Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
Parrocchia Santuario Madonna in Campagna, Viale Milano 38 . Piazzale don Luigi Cassani, GALLARATE, VA
Parrocchia Santi Nazaro e Celso – Arnate, Piazza L.Zaro 2 – Via San Nazaro 4, GALLARATE, VA

AVVISI - 22 SETTEMBRE 2024

TUTTO CAMBIA... CON GESU'

“E’ lo slogan dell'anno oratoriano che ci introdurrà al Giubileo 2025 e ci aiuterà a viverlo accogliendo la dimensione della speranza. Ragazzi e ragazze saranno invitati a mettersi nuovamente in cammino come "pellegrini di speranza" e "animatori di speranza" nei loro ambienti di vita, con i loro amici e familiari. Con Gesù TUTTO CAMBIA: solo Lui cambia la prospettiva sulle cose del mondo. Con Lui ci impegniamo a dire "basta" al male, così come ci chiede il nostro Arcivescovo, e a farci bastare la Grazia che il Signore ogni giorno ci dona con la sua pre-senza e con il suo amore che salva e fa rinascere”.

Sono le belle parole della Fom (federazione oratori milanesi) . Sono convinto che i giovani che frequentano i nostri ambienti saranno in grado di portare speranza e gioia.

Anche noi adulti siamo chiamati a ripartire con entusiasmo. E siccome abbiamo sempre bisogno di esempi concreti, ecco una testimonianza di fratelli che pongono in Gesù tutta la loro speranza: sono i cristiani che vivono oggi in Irak.

“ I cristiani sono come gli ulivi ” , si dice in Iraq: puoi tagliarli, puoi bruciarli, ma dopo dieci o vent’anni continuano a dare frutto. È proprio quello che è accaduto dieci anni fa con l’invasione dello Stato islamico. Nel giugno 2014 i tagliagole dell’Isis dilagarono nel-la Piana di Ninive, costringendo i 120 mila cristiani che l’abitavano a fuggire «Quel giorno, nel giro di un’ora, abbiamo perso tutto: la casa, i soldi, ogni altro possedimento materiale», ricorda padre Georges Jahola, sacerdote della Chiesa siro-cattolica.
Prima dell’invasione dell’Isis, a Qaraqosh vivevano 50 mila cristia-ni. A dieci anni di distanza sono tornati in 25 mila. Il 50% della popolazione se n’è andato, in altre parti del paese o all’estero, temendo per la propria vita o disperando che in Iraq ci sia ancora posto per i cristiani. 20 anni fa, in Iraq vivevano circa 1,5 milioni di cristiani, «oggi la comunità non supera le 200 mila unità».

Per restare in Iraq, spiega padre Jahola, «la fede è necessaria, altrimenti saremmo già scappati tutti. Noi siamo radicati nella fede cristiana e vogliamo professarla nella nostra terra. Anche tra chi se n’è andato, tanti ora vorrebbero tornare. Ogni anno che passa sono sempre più convinto della mia scelta: occorre rimanere. L’Irak ha bisogno dei cristiani: sono gente di pace e costruttori di progresso, fra i fondamentalisti finanziati da potenze straniere! La speranza cresce nel cuore della gente e questa è una grande soddisfazione personale. Abbiamo vinto, pur avendo perso tutto. Non abbiamo perso l’unica cosa che è fondamentale: la fede in Dio. L’Isis ci ha spogliati di tutto, ma noi siamo tornati, abbiamo ricostruito le città e oggi la nostra vita è più forte di prima. Sì, ne sono convinto: l’Isis ha perso, noi cristiani abbiamo vinto».

Buona festa dell’oratorio!

Il parroco.

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