DOMENICA DELLA PAROLA DI DIO
È stata istituita da papa Francesco nel 2019, e si celebra nella terza domenica del Tempo ordinario (rito romano). Noi milanesi dagli anni dell’episcopato di Carlo Maria Martini, siamo abituati ad accostare la Bibbia con attenzione e desiderio. Il desiderio nasce dalla convinzione che in quelle pagine si possa trovare ancora oggi una parola che guida, consola ed incoraggia. Una parola che non è solo informazione personale o culturale, ma mezzo efficace per unire la nostra vita a quella di Gesù: Lui è la Parola di Dio. Meditando il Vangelo (e meditare non è solo leggere o studiare...) noi entriamo in una vera comunicazione con Gesù.
E’ difficile leggere la Bibbia? Si lo è. Dopo i primi entusiasmi, nella lettura personale, può subentrare un certo scoraggiamento. La Bibbia rimane pur sempre parola umana, limitata nel tempo, ma che contiene il soffio dello Spirito. La sua comprensione può essere faticosa se non è accompagnata da amici che facciano da cassa di risonanza. Ecco la bellezza dei gruppi del Vangelo. Essi si ritrovano nelle case per uno scambio di riflessioni che nascono appunto dalla Bibbia letta e studiata insieme. Tutto è più semplice.Altra difficoltà: le statistiche dicono il 40% dei giovani che termina le scuole superiori non è in grado di comprendere quello che legge. Il linguaggio dei social, breve, scarno, elementare, l’abbandono della poesia o della lettura di romanzi classici, impegnativi, che educano ad esprimere i sentimenti nelle loro ampie sfumature, ci toglie la possibilità di capire il linguaggio biblico che è spesso allusivo, poetico, simbolico.Ma dove ascolto la Parola? a volte nella Messa ascoltiamo brani che ci lasciano indifferenti. Sono letture tratte fuori dal loro contesto letterario. Difficili da capire. Anche l’ascolto di lettori improvvisati, che non fanno capire facilmente quanto leggono, possono essere una bar-riera alla comprensione. Il tono, le pause, l’uso corretto del microfono... tutto è importante per far assaporare la Parola. Il Concilio Vaticano II° ci ha offerto un vasto repertorio di letture: ma rimane l’impressione di una scelta archeologica, che non tiene conto della capacità di comprensione dell’uomo moderno.Gesù leggeva e ricordava le scritture. Amava i profeti ed i salmi in modo particolare… si riconosceva nelle grandi figure bibliche. Gli erano da guida. Lo incoraggiavano. Pensiamo al profeta Giona. Matteo ricorda che Gesù ha preso la sua vicenda come esempio della sua situazione di vita. Gesù teme la passione imminente, ma coltiva la fiducia che il Padre abbia comunque cura di lui, rigettandolo sulla riva, vivo e vegeto, dopo tre giorni nella bocca del pesce. E vero: la storia di un popolo, Israele, è anche la mia storia.Conclusioni: Se desiderate approfondire la Parola vi invito a: