I DUE ABBRACCI
“In ogni cosa è bene, di tanto in tanto, mettere un punto interrogativo a ciò che a lungo si era dato per scontato”.
(Bertrand Russell).
Forse è proprio questo che il Cardinale Angelo Scola ci chiedeva nella sua Nota pastorale “La Comunità educante”, un tema che affermava stargli particolarmente a cuore, un’esperienza decisiva nella vita cristiana che rimanda al volto della Chiesa, un volto di comunione, un volto educativo. Un tema che non si deve dare per scontato, ma che mette tutto e tutti in gioco.
Perché, scriveva:
“Una Comunità viva e consapevole è la condizione imprescindibile perché i ragazzi incontrino personalmente Gesù come ‘centro affettivo’, cioè punto di riferimento stabile per la loro vita”.
All’inizio di un nuovo anno pastorale e all’inizio dell’ottavo della nostra Comunità pastorale “Maria Regina della Famiglia” ci sono necessarie domande forti sulla nostra capacità e sul nostro stile di essere una comunità e una comunità educante così come l’aveva descritta Scola:
“Si può anche dire che la comunità educante è la fraternità, l’amicizia in Cristo tra tutti gli educatori che hanno a che fare col ragazzo/a. Ciò crea un ambito di relazioni nuove nelle quali il ragazzo/a percepisce un insieme di legami, azioni e gesti da cui impara che far parte di quella fraternità, basata sull’appartenenza a Cristo, è bello e ha futuro”.
Non è solo una questione di tipo organizzativo, ma piuttosto il cuore di un’esperienza di fede e di comunione che si fa testimonianza nella vita, una vita che fiorisce e fa fiorire, che attrae per la gioia, la speranza e la bellezza che fa trapelare.
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