NATALE È BELLO COME UN SOGNO
Molti secoli fa, in una cittadina sperduta della Giudea, in un luogo ai più sconosciuto, una madre stupita e un padre disorientato, hanno tenuto tra le braccia Dio... Il Natale cristiano racconta un fatto “incredibile”: non solo c’è un Dio, ma questo Dio si è fatto uomo, in un bambino, in Gesù di Nazareth.
Il Natale cristiano racconta questo evento che da venti secoli continua a stupire, a commuovere, a “inquietare” e illuminare la nostra libertà, continua a catturare, sollecitare, sovvertire le intuizioni del cuore e della ragione.
“Quando si chiede al cristiano “Chi è Dio? Come ci si avvicina a Lui?” il cristiano, a differenza di tutti gli esseri della terra non indicherà anzitutto il cielo, ma questo Bambino. Il suo dito oserà indicare la Terra. Dovrà provocare un soprassalto. Gioioso certo, ma anche sconvolgente, se avrà il coraggio di portare fino in fondo il suo annuncio”. (don Pierangelo Sequeri)
Guardare a questo Bambino: solo così è Natale! E risentire dette per noi, per noi oggi, le parole evangeliche: "Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella Città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia” (Luca 2,10-12).
Parole che così ha commentato il Card. Jean-Marie Lustinger: “Queste parole sono per Voi! Ascoltatele! Non riteniate di conoscerne già il significato; fate invece silenzio davanti al Dio che tace, e accettate che Egli vi dica qualcosa di mai udito prima d’ora. Chiudete gli occhi per vedere una luce diversa. Accettate che essa vi riveli ciò che non avete mai visto. Forse voi pensate di conoscere già il segreto di questa notte; ebbene, ammettete di non sapere ancora nulla di quanto può aver luogo per voi, poiché la vostra vita vi sta sempre davanti... e Dio è la vita. È Lui che giunge fino a voi; vi raggiunge. Riconoscerete la grazia di essere amati, perché l’amore si manifesta a noi e pone la sua dimora in mezzo a noi. Solleverete di nuovo il capo, perché la vostra vita riceverà in pienezza il suo senso, nel segreto del vostro cuore e della vostra libertà”. È proprio quello che provo a ogni Natale e vi auguro di provare; inaudita sorpresa... Perché Natale è come l’amore: è eterna e sempre nuova sorpresa... e incanto e speranza e forza e luce... È ciò di cui abbiamo più bisogno per vivere, per essere felici.
Natale è una infinita sorpresa perché si porta dentro tutto il mistero e lo “scandalo” di un Dio che si fa uomo mortale, che sceglie di rivelarsi non in modo roboante e solenne, quasi accecante, ma sotto il segno della debolezza e della fragilità. Natale è una infinita sorpresa perché si porta dentro tutto il mistero di un uomo chiamato a dignità divina, chiamato a eternità, sollevato su ali d’aquila.
Dio e l’uomo da sempre e per sempre intrecciati in una ineguagliabile storia d’amore. Come ci narra questo splendido e illuminante racconto di Tolstoj: “ Un sovrano severo chiese ai suoi sacerdoti e sapienti di mostrargli Dio affinchè egli potesse vederlo. I sapienti non furono in grado di appagare questo suo desiderio. Allora un pastore, che stava giusto tornando dai campi, si offrì di assumere il compito dei sacerdoti e dei sapienti. Il re apprese da lui che i suoi occhi non erano sufficienti per vedere Dio. Allora, però, egli volle almeno sapere che cosa Dio faceva. ‘ Per poter rispondere a questa tua domanda – disse il pastore al sovrano- dobbiamo scambiare i vestiti’. Con esitazione, spinto tuttavia dalla curiosità per l’informazione attesa, il sovrano acconsentì; consegnò i suoi vestiti regali al pastore e si fece rivestire dal semplice abito dell’uomo povero. Ed ecco allora arrivare la risposta: ‘Questo è ciò che Dio fa’”.
Questo è quello che fa Dio per noi, per l’uomo do oggi e di sempre: ha sposato la nostra umanità, la nostra mortalità, la nostra fragilità, la nostra debolezza e le ha “rivestite” della sua divinità. Dio ha cercato e cerca da sempre di risvegliare in noi una “parentela” indispensabile, irresistibile. Con Lui e fra noi. Dio è nella nostra carne. La carne della nostra umanità è la carne di Dio. Per questo tutto ciò che ferisce l’umanità ferisce la carne e i cuore di Dio. Per questo tutto ciò che fa gioire dal profondo e in pienezza l’umanità fa gioire Dio.
Nel volto di ogni uomo è impresso il volto di Dio... dovremmo vivere l’uno per l’altro, essere volto rivolto all’altro. Volti rivolti, come ci suggerisce mons. Tonino Bello. E come ci suggerisce Emmanuel Lèvinas: “L’altro è un volto da scoprire, contemplare, accarezzare”. Nel volto dell’altro c’è il volto di Dio. Per questo possiamo cantare con sant’Efrem: “Il giorno della tua nascita, o Signore, è un tesoro destinato a soddisfare il debito comune”, il debito dell’amore. A Natale possiamo cantare lo splendore del dono e della gratuità di Dio, della gratuità cui siamo chiamati.
E’ proprio per questo che il Natale è bello come un sogno. Perché ci dice che i sogni sono possibili. Il Natale è bello come un sogno perché sa tirar fuori il meglio di noi stessi. Di più, libera il divino, la bellezza che è in noi, la nostra straordinaria capacità di amare, di continuare a sperare, di volere il bene per tutti. Adoro un canto che si sente risuonare a volte in Chiesa: “Tu quando verrai, Signore Gesù, quel giorno sarai un sole per noi. Un libero canto da noi nascerà e come una danza il cielo sarà”.
Il Messia è già venuto, ci attende per un abbraccio con Lui e fra noi e allora “come una danza la terra sarà”.don Mauro
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