Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
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AVVISI - 16 OTTOBRE 2022

E TI VENGO A CERCARE

E ti vengo a cercare perché ho bisogno della tua presenza per capire meglio la mia essenza perché in te vedo le mie radici”. ( Franco Battiato)
E’ il mistero dell’amore, la gioia dell’amore, l’Amoris laetitia, la felicità che andiamo cercando. Credo sia urgente oggi reimparare a pensare, a dire, a custodire l’amore: ne va della nostra felicità, del senso della nostra vita, delle nostre giornate, delle nostre relazioni, del vivere civile. Dobbiamo ammettere che siamo analfabeti in tema di sentimenti, di emozioni, che abbiamo bisogno di costruire una nostra forte dimensione interiore fin dalla più giovane età, che è difficile amare, perché amare richiede il difficile esodo dal proprio io, perché l’amore è un’arte e amare è gesto d’artisti.
Acutissimo un invito del nostro papa a coltivare e ad essere portatori di un “pensiero incompleto”, un pensiero che non si chiude, che non alza muri alla riflessione, un pensiero che pone sfide al dialogo, non definitivo, statico o coercitivo, ma piuttosto curioso, aperto, creativo, alla ricerca inquieta.
Ognuno di noi è mistero a se stesso e per l’altro . L’altro è una realtà inafferrabile che si sottrae al mio possesso, al mio potere. Ognuno di noi assomiglia a un iceberg, quella montagna di ghiaccio la cui parte più grande rimane sommersa, invisibile, nascosta. E’ all’amore che si svela, perché l’amore è il ponte che permette di incontrarsi, di avvicinarsi, di capirsi, di comunicare, di scavalcare quell’abisso che separa le persone. “E ti vengo a cercare perché ho bisogno della tua presenza, per capire meglio la mia essenza, perché in te vedo le mie radici”, canta Franco Battiato cogliendo nel segno : senza l’altro non siamo.
Anche ogni corpo di uomo e di donna consegna questa invocazione: tu hai bisogno dell’altro, tu non basti a te stesso, tu da solo non riesci ad essere felice, a vivere in pienezza. “Vuoi sapere chi tu sei per me. E allora ecco: tu sei colei che mi impedisce di bastarmi. Tu mi hai dato la cosa più preziosa di tutte: la mancanza!” (Christian Bobin)
Già nel racconto della creazione scritto nella Genesi, quando Dio dà vita a uomo e donna insieme, sta incastonata questa mirabile verità: noi non abbiamo semplicemente delle relazioni, noi siamo relazione: La relazione con l’altro si costituisce nella nostra dimensione più profonda.
Quello dell’amore è un viaggio, un cammino, un percorso, il viaggio di un corso d’acqua in continuo movimento. E’ il viaggio più lungo che esista al mondo, è un viaggio che non finisce mai. In questo viaggio i cristiani hanno la certezza che Dio sogna la felicità per ogni uomo e donna, sogna con loro, che Dio non è un guastafeste, non è un Dio concorrente o geloso dell’uomo. L’hanno capito bene due poeti: “Donna Prouhèze: E’ dunque permesso questo amore delle creature l’una per l’altra?
Davvero, Dio non è geloso? L’angelo custode: ‘Come potrebbe essere geloso di ciò che ha fatto lui stesso?’ Donna Prouhèze: ‘ Ma l’uomo nelle braccia della donna dimentica Dio’. L’angelo custode: ‘ E’ forse dimenticarlo essere con lui ed essere associati al mistero della sua creazione?’”. (Paul Claudel).
“Dio arriverà all’alba se io sarò tra le tue braccia” (Alda Merini).
Se diciamo di credere, di amare questo Dio Padre di tutti, svelatoci dal volto e dal cuore di Gesù di Nazareth, nessuno ci può essere estraneo, nessun muro può dividere, anzi Dio è “nascosto” nel prossimo che incontriamo ... Indimenticabili e sferzanti le parole di papa Francesco: “Cancelliamo ciò che di Erode è rimasto anche nel nostro cuore; domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, di piangere sulla crudeltà che c’è nel mondo, in noi, e chiediamoci: chi ha pianto? Chi ha pianto oggi nel mondo?”

don Mauro

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