L’Avvento di Rito ambrosiano inizia prima di quello romano, proponendo un itinerario de sei settimane e una misura di quaranta giorni a somiglianza della Quaresima. Non dovremmo perdere di vista questo parallelo, evidente anche nel colore delle vesti liturgiche: attendere il Signore significa disporre noi stessi a un accoglimento fecondo, liberandoci di ciò che ci impedisce di guardare con libertà alla verità del nostro essere, per diventare invece, come Maria, dimora accogliente e grata di una Parola che si è rivolta a noi gratuitamente.
Per questo “nell’Avvento il popolo cristiano si dispone a rivivere la ‘pienezza dei tempi’ alla luce dell’attesa escatologica, che orienta il cammino dei credenti nella storia e li guida verso il loro definitivo riscatto nel trionfo glorioso del Signore” (Premesse al Lezionario ambrosiano, n. 101).
Le pagine della Sacra Scrittura proposte in questo tempo sono talvolta impegnative e ricche di richiami complessi; è utile, perciò, porre attenzione a un elemento di novità, introdotto con il Nuovo Lezionario e che iniziamo a conoscere: l’indicazione, per le varie domeniche, di un “titolo”. Esso consente di capire con maggior immediatezza quale sia il contenuto di fede che maggiormente emerge dall’insieme dei brani presenti quel giorno, e quale tesoro ci è consegnato all’ascolto, di noi come singoli credenti, e della comunità nel suoi insieme.
Con l’Avvento, siamo chiamati a ridiventare discepoli dell’attesa; non nascondiamo al nostro cuore le domande più difficili che l’esistenza ci pone davanti, certi e quasi ansiosi di ascoltare dal nostro Signore l’unica Parola che rasserena, dà gioia, e ci lascia inquieti dell’altro.
Il Signore viene! Con questa proclamazione si apre il tempo liturgico dell’Avvento. Ce lo ricordano i brani biblici di questa prima domenica, attraverso un linguaggio difficile e impegnativo. I testi del profeta Isaia e dell’evangelista Marco, usando il genere apocalittico, non intendono suscitare paura, ansia, o smarrimento per la venuta del Signore. Essi sottolineano invece le urgenze del tempo presente e invitano a viverle nella speranza cristiana. Ecco allora che siamo invitati ad affrontare le vicende della storia, anche quelle più difficili che portano persecuzione e sofferenza a causa del Vangelo. La fedeltà e il coraggio nelle persecuzioni e soprattutto la prontezza e la vigilanza sono gli atteggiamenti dei “testimoni di Gesù risorto” , speranza del mondo.
Maranatha: vieni Signore Gesù! E’ la preghiera per eccellenza dell’Avvento. Con questa invocazione nel cuore siamo chiamati a leggere la storia in cui viviamo e ad assumerla con responsabilità. “Discernimento spirituale e azione evangelica” sono gli elementi essenziali della vigilanza cristiana affidata a ciascuno di noi chiamati oggi a dare testimonianza del Vangelo negli ambienti di vita e a edificare la Chiesa locale nel segno della corresponsabilità missionaria.
Buon cammino di Avvento.
Il vostro parroco don Mauro