QUANDO IL CIELO SPOSA LA TERRA
“Noi pastori eravamo abituati a guardare la notte, a guardare quando il giorno sarebbe iniziato. Ma quella notte iniziò il giorno che anche voi aspettate. Voi uomini, solo uomini come noi, guardate dunque la notte in cui siamo, la notte in cui siete, perché sappiate qual è il segno visibile con cui è iniziato il giorno senza fine. Perché la gloria di Dio oggi dorme visibile in una mangiatoia. Non abbiate paura, ci disse, non temete, non temetela sete del cuore, non temete se le cose, le vostre cose, non vi bastano mai. Non temete la nostalgia di ciò che vi manca, non temete la voglia di essere felici, non temete il grido del cuore che aspetta l’impossibile, non temete di voler cambiare. Mentre le stelle cambiano il corso il pianto di questo bambino sale al cielo, più potente del vostro male. Piegate le ginocchia e le vostre buone intenzioni dove il suo sorriso stupisce la terra che vede l’invisibile. Lasciate che il cuore batta forte perché quando il cielo sposa la terra l’uomo può ricominciare”. (T.S.Eliot).
Così si può rivivere ogni giorno il senso del Natale: far entrare Dio nella nostra vita, nel nostro quotidiano, nella certezza che: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Giovanni 10,10).
Credete a queste parole, ripetetele, pregatele durante questo anno nuovo di zecca. Credete a queste parole, ripetetele, pregatele quando tutto andrà a meraviglia, quando un nuovo amore nascerà, quando una nuova gioia vi raggiungerà o quando tutto sembrerà andare in frantumi, quando la vita mostrerà il suo volto più duro e difficilmente sopportabile. Queste parole dicono il volto e il cuore del nostro Dio fatto uomo, dicono il suo sogno su di noi: che ciascuno sia felice. Queste parole sono scritte in maniera indelebile nel più profondo di noi stessi, per questo noi siamo cercatori instancabili di felicità. Ogni nostro atto, ogni nostra scelta, ogni nostro passo – forse anche nella direzione sbagliata – afferma con forza questo desiderio, il desiderio di felicità. Queste parole segnino l’inizio di ogni nuovo giorno.Non so cosa capiterà nel prossimo anno... una cosa però so: se lasceremo entrare Dio nella nostra vita, Lui ci terrà sempre per mano. Nelle ore benedette e felici e in quelle più dura che ci appariranno maledette.“A me piace che la liturgia ambrosiana cominci con il Benedictus. La prima cosa che il credente nella comunità cristiana è invitato a dire, quando inizia il giorno e loda il Signore, è il Benedictus. C’è una intuizione stupenda in questo cantico: Dio è presentato come Colui che visita il popolo. Allora l’oggi del cristiano non è l’oggi determinato semplicemente dalle forze che l’uomo ha, dai progetti, dalle speranze, o dalle disperazioni che caratterizzano la vita di ogni giorno. L’oggi è l’oggi visitato da Dio, dalla forza di Dio, dalla presenza di Dio. Il popolo cristiano si sente visitato da Dio e in Dio trova la forza per fare cose che all’ uomo sono impossibili”. (don Luigi Serenthà, Il Regno di Dio è qui).Il fisico Carlo Rovelli ha raccontato di una sua esperienza vissuta in Senegal: “Sono entrato in una moschea con le scarpe in mano, cosa che non si può assolutamente fare. Ma è arrivato un vecchio che sorridendo ha preso le mie scarpe, le ha messe in un sacchetto, me le ha restituite e mi ha fatto cenno di entrare. Mi ha colpito che quell’uomo mi abbia accolto, preferendo la gentilezza alle regole. Se si collaborasse, invece che limitarsi alle regole, tutto andrebbe meglio”.Ci guardiamo intorno e spesso vediamo vincere la violenza, l’aggressività. La ruvidezza... Quando la barbarie e la violenza diventano la normalità, la tenerezza e la gentilezza sono gesti rivoluzionari! La persona gentile cammina con passo leggero, ascolta con attenzione, guarda con tenerezza, tocca con rispetto, sa intravedere il mistero che è l’altro, il mistero che sta racchiuso nell’altro. Rivestiamoci di gentilezza e tenerezza! Credo davvero che abbiamo tutti un bisogno estremo di gentilezza, di mitezza, di tenerezza... non sono affatto segni di debolezza! La nostra gentilezza e la nostra tenerezza sono un segno della presenza di Dio tra noi.Capita così quando il cielo sposa la terra.don MauroCONTINUA A LEGGERE IL FOGLIO DEGLI AVVISI